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Allarme rifiuti di plastica: approvata la proposta del Parlamento

Il Parlamento ha ieri proposto alla Commissione europea la limitazione della produzione di materiale plastico e il miglioramento dell'intero ciclo del rifiuto entro il 2020


Ambiente – Ieri il Parlamento ha redatto un documento che potrebbe salvaguardare i nostri siti naturali. Gli eurodeputati hanno affermato che le plastiche più pericolose e alcuni tipi di sacchetti di plastica dovrebbero essere banditi entro il 2020.

Il Parlamento italiano lancia l’allarme: “L’ipotesi ventilata dalla Commissione europea, che la produzione mondiale di plastica possa triplicare entro il 2050, fa paura soprattutto alla luce delle scarse condizioni di trattamento rifiuti di certi Paesi. Per questo – ha affermato l’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo – la limitazione della sua produzione deve essere accompagnata da un miglioramento dell’intero ciclo del rifiuto il che implica un abbandono del conferimento in discarica. Oggi con questa risoluzione abbiamo aperto la porta all’economia circolare”.

Le richieste – I deputati hanno chiesto un’azione più ambiziosa dell’Ue per ridurre i rifiuti di plastica e introdurre obiettivi vincolanti per il riciclaggio. Nel documento i rappresentanti del Parlamento hanno sottolineato che i rifiuti di plastica sono dannosi per l’ambiente a causa della carente applicazione della normativa dell’Unione Europea sui rifiuti e per la mancanza di una legge comunitaria specifica in materia.

“Il Parlamento – ha affermato il relatore Vittorio Prodi – ha indicato la strada per affrontare l’enorme problema dell’impatto negativo dei rifiuti di plastica sull’ambiente e sulla salute umana. Oggi – ha continuato – abbiamo ribadito che desideriamo cambiare le cattive abitudini e prendere in considerazione i nostri prodotti, dalla produzione sino allo smaltimento finale, utilizzandoli e riciclandoli correttamente. Per quanto possibile, chiudiamo il ciclo e rendiamo effettivo il concetto di economia circolare. Ciò aiuterà a ripulire i nostri mari e le nostre terre creando più posti di lavoro”.

Durante la relazione, è stato proposto che nella legislazione comunitaria vengano inclusi obiettivi specifici e vincolanti per la raccolta e la separazione dei rifiuti  fino all’80%; i criteri obbligatori per la riciclabilità e i criteri armonizzanti per la raccolta, e la separazione dei rifiuti atta a garantire una concorrenza leale. Si è chiesta inoltre la rivisitazione della direttiva Ue in materia di rifiuti di imballaggio.

Il Parlamento ha invitato quindi la Commissione europea a presentare, entro il 2014, proposte per eliminare progressivamente, entro il 2020, lo smaltimento dei rifiuti riciclabili e recuperabili senza incentivarne l’incenerimento. Altro punto della richiesta riguarda invece l’uso dei rifiuti plastici, che non dovranno essere utilizzati per generare energia. Ancora una volta poi si è discusso sulla pericolosità di determinate materie plastiche che, a seconda dei deputati, dovrebbero essere tolte dal mercato.

I membri del Parlamento hanno infine sottolineato che il potenziale economico del riciclaggio di materiale plastico non è ancora del tutto sfruttato e che, attualmente, solo il 25% dei rifiuti plastici sono riciclati. La nuova normativa Ue sui rifiuti, se ben applicata, potrebbe generare entro il 2020 un risparmio di 72 miliardi di euro l’anno. Potrebbe incrementare il fatturato annuo dell’Ue di 42 miliardi di euro nel settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti. Infine, potrebbe creare oltre 400.000 posti di lavoro.



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