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Era D’Estate il film da vedere con Beppe Fiorello solo il 23 e 24 maggio al cinema

Era d’Estate il film nelle sale italiane il 23 e 24 maggio, che vede nelle vesti di Paolo Borsellino il bravissimo Beppe Fiorello; il film racconta del periodo trascorso all'Asinara


Il 23 e il 24 maggio 2016 al cinema, nelle sale italiane, il film Era d’Estate che vede nelle vesti di Paolo Borsellino il bravissimo Beppe Fiorello. Ad interpretare invece Falcone sarà Massimo Popolizio. Il film ha debuttato quest’anno all’ultima festa del cinema di Roma, arriverà nelle sale italiane nei giorni 23 e 24 in esclusiva per la commemorazione dell’anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Il film evento a fine maggio racconta del periodo in cui i due si ritrovarono insieme all’Asinara con le loro famiglie, costretti a vivere in isolamento dopo la scoperta dei possibili attentati di Cosa Nostra. Nel film vengono alla luce anche dei piccoli particolari, proprio dello stile di vita, delle abitudine e di come i due hanno affrontato il momento.

La regista ha voluto raccontare questo momento della loro vita, in quanto non tutti sanno cosa è successo e come i due con le loro famiglie hanno vissuto il periodo di “esilio” dal mondo. Da qui racconta la regista la scoperta di questi due uomini, che erano anche molto divertenti, e spiritosi. Ma soprattutto quante passioni avevano entrambi. Ecco cosa racconta la regista del film Fiorella Infascelli: “Falcone, ad esempio, amava le freddure ed era un collezionatore di piccole papere mentre Borsellino era capace di citare a memoria brani di Shakespeare e Pirandello.

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La speranza di Beppe Fiorello è che il film dopo l’uscita sul grande schermo, dal 23 e 24 maggio, arrivasse anche in Tv. E’ un film dice l’attore – che dovrebbero guardare tutti ma davvero tutti. Durante le riprese del film gli attori il cast e tutti coloro impegnati nel film hanno dormito proprio negli stessi luoghi dove i due giudici hanno vissuto quei momenti insieme alle loro famiglie. Raccontano infatti che l’esperienza di Asinara è stata “un’esperienza di immedesimazione rara”.



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