Dal Mondo

Pussy Riot: “Vogliamo Khodorkovsky come presidente”

Le due musiciste hanno le idee chiare: "Putin come l'orco delle favole". E intanto l'ex magnate della Yukos avrebbe già un suo 'programma'

A meno di una settimana dalla cascata di amnistie concesse dal governo – nonostante il presidente ribadisca che i procedimenti siano stati firmati in maniera autonoma dal Parlamento – in Russia è aperto il dibattito sulle mosse future di coloro che rappresentano l’opposizione più schietta alla politica di Putin.
Come già risaputo, a beneficiare della clemenza del Cremlino sono stati Mikhail Khodorkovsky, ex numero uno della società Yukos condannato a dieci anni di carcere con le accuse di furto, frode e riciclaggio, Maria Alekhina e Nadezhda Tolokonnikova, due delle componenti del gruppo punk Pussy Riot, e il gruppo di attivisti di Greenpeace, tra cui l’italiano Cristian D’Alessandro. Sui motivi che hanno portato a questa decisione a sorpresa si è discusso già molto e i maggiori critici hanno letto nell’agire di Putin la volontà di perseguire un restyling dell’immagine internazionale della Russia, in vista delle prossime olimpiadi invernali di Sochi.
Ma come si comporteranno i diretti protagonisti?
Se Khodorkovsky dopo essere atterrato in Germania aveva dichiarato di non voler fare politica in Russia, oggi qualcuno è convinto che il ‘nemico numero uno’ di Putin possa tornare sui propri passi o comunque non estraniarsi dalla vita pubblica del paese. D’altronde, egli stesso ha espresso la volontà di aiutare gli ex dipendenti della Yukos. Tuttavia, c’è chi sostiene che le aspirazioni di Khodorkovsky potrebbero andare ben più in là. E a farlo pensare sono le dichiarazioni rilasciate dalle due Pussy Riot nei giorni successivi alla loro scarcerazione.
Le due donne, nel corso di una conferenza stampa, hanno esplicitamente ammesso il desiderio di vedere al Cremlino colui che ha condiviso con loro – e per più tempo – la sorte toccata a tanti tra gli oppositori di Putin. Nelle parole delle Pussy Riot, presentatesi all’incontro con i giornalisti in abiti più che sobri, all’attuale presidente russo tocca, invece, il ruolo di orco delle favole.
Khodorkovsky avrebbe avuto con le due musiciste rivoltose anche un carteggio, in cui avrebbe presentato le mosse da mettere in atto per far crescere la Russia: tra gli spunti più interessanti, quello di fare meno leva sul petrolio e più sul ‘sapere‘ (pianificando anche in maniera percentuale la distribuzione della forza lavoro) e lo snellimento della burocrazia con tagli del 10% del personale.
L’obiettivo delle due donne, intanto, è quello di far crescere la loro nuova organizzazione per i diritti umani denominata “Campo per il diritto” e di coinvolgere nel progetto un altro tra coloro che sono osteggiati da Putin: Aleksey Navalny. A spiegare questo desiderio di unione tra gli oppositori è la stessa Tolokonnikova: “Se vogliamo che esista una società, e non una massa di persone, dobbiamo ricordarci che è necessario svegliare l’interesse delle persone – ha dichiarato la donna -. Il sistema deve essere tenuto in sotto pressione, solo così si ottengono dei buoni risultati“.



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