Attualità Italiana

Electrolux, Squinzi: L’Italia rischia la desertificazione industriale

Squinzi ha commentato con Lucia Annunziata le recenti vicende riguardante l'azienda Electrolux. Per il presidente di Confindustria, se il Governo non guarderà all'economia reale, l'Italia rischia la desertificazione industriale


Rischiamo la desertificazione industriale“. Nella vicenda Electrolux interviene anche il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi. Il presidente dell’associazione degli industriali aveva già scritto negli scorsi giorni un documento rivolgendosi al premier Letta, sottolineando come il caso Electrolux possa divenire il precedente per portare a una deindustralizzazione del paese. Oggi, Squinzi è stato intervistato da Lucia Annunziata nel programma “In mezz’ora”.
Intervistato dall’Annunziata, il presidente di Confindustria si è detto sicuro che “se non decidiamo di intervenire rischiamo la desertificazione industriale“.
Squinzi inoltre ha posto l’accento sulla necessità per il governo di guardare all’economia reale: “O si cambia passo con il governo esistente o allora andiamo a votare” ha dichiarato il presidente di Confindustria. Parole dure nei confronti delle istituzioni: “La distanza della politica dall’economia reale non è mai stata così ampia” ha sottolineato Squinzi.
Quello che soprattutto manca, oltre a una presa di coscienza della realtà, sarebbe il coraggio: “Serve più coraggio – ha ribadito il leader degli industriali – il governo Letta ha fatto una giusta analisi ma è troppo timido nel dare soluzioni. Mi auguro che sia possibile in cambio di passo“. Sulla possibile impronta che il neosegretario del Pd, Mattero Renzi, potrebbe dare alla politica, Squinzi ha dichiarato: “È giovane, dinamico, mi sembra desideroso di apportare i cambiamenti necessari al paese“.
Sulle recenti vicende riguardanti la Fiat, il presidente di Confindustria si è espresso così: “Bisogna dare atto a Marchionne di aver operato nella direzione giusta e con capacità straordinarie, l’importante è che il cervello e l’attività produttiva venga mantenuta in Italia“. Come si ricorderà, negli ultimi giorni, si è discusso molto del cambio di sedi da parte della Fiat, con quella legale trasferita in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna.

 



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