Economia

Il tfr in busta paga: quale sarebbe il beneficio?

Confermata la volontà del governo di anticipare il Tfr in busta paga a partire dal 1 gennaio 2015: ma conviene veramente al lavoratore?


Si parla tanto in queste ultime ore della proposta del governo Renzi di inserire il Tfr in busta paga: i lavoratori ne trarrebbero beneficio dal punto di vista economico? E se si: a quanto ammonta in termini numerici e concreti? Dopo le polemiche sui famosi 80 euro in busta paga (diventati poi molto meno per la maggior parte dei dipendenti con i requisiti per il bonus) l’opinione pubblica e politica torna a dividersi sul Tfr in busta paga. In pratica inserire il Tfr in busta paga significa riconoscere al lavoratore anticipatamente e su base mensile, la liquidazione che viene data a fine rapporto. La novità dovrebbe essere attiva dal 1 gennaio del 2015.

BONUS 80 EURO: PERCHE’ NON TUTTI I LAVORATORI NE HANNO DIRITTO

Secondo le simulazioni dell’Unione Artigiani di Milano la media sarebbe di 57 euro al mese per gli operai (con stipendio medio mensile di mensile 1.544 euro), 64 per un impiegato (che percepisce una media di 1.765 euro mensili) e infine per un quadro 88 euro (stimati su un netto mensile medio di 2.204). Tuttavia pare che chi guadagna di più sarebbe penalizzato dal punto di vista fiscale. Le simulazioni sono state realizzate mantenendo l’aliquota agevolata del 23%. In caso contrario la tassazione ordinaria in base al reddito vedrebbe addirittura quasi un raddoppio dell’imposta Irpef per i redditi alti. Chi guadagna 75 mila euro infatti arriverebbe al 43%. Renzi ha arrotondato i calcoli parlando di un centinaio di euro in più al mese. L’obiettivo del Tfr anticipato dovrebbe essere sulla carta quello di far ripartire i consumi schiacciati dalla crisi. Dall’opposizione molti puntano il dito contro una riforma che rappresenta solo un apparente vantaggio. Rinunciare ad un investimento futuro sicuro infatti non sempre è conveniente. Rispetto agli 80 euro infatti c’è una grande differenza: il Tfr non è un bonus extra ma sono soldi che comunque, a fine rapporto lavorativo, sarebbero spettati al lavoratore, peraltro più indicizzati e con una tassazione più favorevole.

TFR IN BUSTA PAGA: NON LO HA INVENTATO RENZI



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