Attualità Italiana

La morte di Marco Vannini raccontata dal “suocero” che lo avrebbe ucciso per sbaglio

Per la prima volta leggiamo le parole di Antonio Ciontoli, il padre della fidanzata di Marco Vannini ucciso a Ladispoli. Ecco cosa ha raccontato l'uomo nel suo interrogatorio


Per la prima volta possiamo conoscere e leggere il racconto di Antonio Ciontoli, il “suocero” di Marco Vannini, ovvero il padre della fidanzata del ragazzo di 20 anni ucciso nella casa dei Ciontoli a Ladispoli. Marco sarebbe morto per un colpo di arma da fuoco partito per sbaglio da una delle due pistole detenute in casa dal Ciontoli. E’ proprio lui per la prima volta a raccontare ai Carabinieri come sarebbero andate le cose. Su Giallo si possono leggere le parole dell’uomo. Alcuni passaggi della sua ricostruzione si conoscevano già, come ad esempio l’inizio della storia. L’uomo infatti aveva detto che Marco si trovava in bagno, nella vasca da bagno a fare la doccia. La porta era aperta. Lui si era ricordato di aver lasciato lì delle pistole nascoste in un marsupio. Non pensava che in casa ci sarebbero stati Marco e anche suo figlio con la compagna quindi voleva assicurarsi che nessuno le vedesse. Entra in bagno mentre Marco sta facendo la doccia ( una circostanza di per sè strana per i genitori del Vannini che si chiedono come mai Marco non avesse chiuso la porta visto che si trovava pur sempre in casa di estranei). Marco viene incuriosito, secondo il racconto del Ciontoli, dal marsupio che contiene le armi. Chiede di poter vedere le pistole. A questo punto una parte inedita del racconto che non conoscevamo.

Ricordo che la pistola mi stava scivolando e afferrandola con l’indice della mano destra premevo con forza la leva di scatto, il grilletto, provocando l’esplosione di un colpo. Il serbatoio era innestato e vi erano all’interno 12 ulteriori pallottole” ci limitiamo in questo caso a riportare le parole dell’uomo non avendo nessuna conoscenza delle armi da fuoco, a giudicare se sia possibile che le cose siano andate così saranno poi i periti e i giudici che vanno avanti con le loro indagini.

Cosa avrebbe fatto a questo punto il Ciontoli. Immaginiamo che si dovrebbe chiamare qualcuno, il 118. Invece le cose non vanno proprio così.

“Mi trovavo a circa 50 centimetri da Marco. Il colpo attingeva la spalla destra di Marco. Notavo un piccolo buco su di essa mentre Marco si lamentava. Cercavo di bloccare la fuoriuscita del sangue con le mie mani e poi sciacquavo il corpo di Marco perché era ancora insaponato. Marco era vigile e mi chiedeva di sciacquarlo con l’acqua fredda mentre arrivava mia figlia Martina” continua così il racconto di Ciontoli nell’interrogatorio.

Il signor Ciontoli spiega anche la chiamata al 118 in modo diverso però rispetto a come sono andate le cose e queste non sono invenzioni perchè le telefonate sono registrate quindi non c’è molto da dedurre. L’uomo dice che Marco viene spostato su un letto, si pensa che la situazione non sia grave e che potrebbe portarlo direttamente lui in ospedale. Nel frattempo però suo figlio chiama il 118 torna in stanza e dice che non gli hanno creduto. Non si ricorda di preciso che ore fossero ma si ricorda che era andato in bagno a prendere le pistole intorno alle 23,20. Il Ciontoli dice di aver chiamato poi lui il 118 e di aver chiesto aiuto per un ragazzo caduto nella vasca, non ha quindi accennato al fatto che fosse ferito. Nel frattempo si preoccupa di mettere al sicuro le armi ma solo perchè ha paura che qualcuno si faccia del male. L’uomo spiega inoltre che pensa che Marco sia ferito solo in modo grave perchè comunque parlava ed era vigile. Il ragazzo viene rivestito perchè si pensa di andare in ospedale con la propria macchina.

“Appena arrivati al pronto soccorso di Ladispoli riferivo al medico di guardia quello che realmente era accaduto, ovvero che Marco era stato ferito da un colpo di arma da fuoco” continua così l’interrogatorio del Ciontoli.



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2 responses to “La morte di Marco Vannini raccontata dal “suocero” che lo avrebbe ucciso per sbaglio

  1. Ma come mai quando un povero anziano spara a un delinquente che si introduce nella propria abitazione in piena notte e magari lo ammazza subito lo arrestano e questo ciontolo ancora non va in galera? mi viene da chiedere ma se succedesse a un semplice operaio invece che a uno come ciontolo mi pare di aver sentito militare ma non sembrerebbe?

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