Attualità Italiana

Le ultime notizie sul caso Marco Vannini: i suoi vestiti a casa dei suoceri

Le ultime notizie sul caso Marco Vannini: i vestiti che indossava nel giorno della sua morte ritrovati in casa dei suoceri


Si torna a parlare del caso Marco Vannini. Sono passati mesi ormai dal giorno in cui i suoi genitori lo hanno visto per l’ultima volta. Sono passati mesi dal giorno in cui Marco è stato ucciso, per errore o meno questo lo stabiliranno i giudici, ma Marco è morto. Figlio unico, amatissimo dai suoi genitori Marco è morto senza un apparente perchè e da mesi i suoi genitori chiedono giustizia. Oggi mamma Marina racconta altri dettagli sul caso e lo fa parlando con i giornalisti della rivista Giallo ai quali spiega alcuni dettagli con le ultime notizie sulle indagini. In particolare mamma Marina parla degli abiti che Marco doveva avere indosso quella sera, abiti che invece non erano stati ancora ritrovati, il ragazzo indossava alcuni indumenti che non erano di sua proprietà. Oggi Marina spiega dove sono gli abiti e dove erano il giorno in cui Marco è morto. 

“Sono sempre più sconvolta. Come per miracolo, dopo due mesi dalla morte di Marco, chi lo ha ucciso ha fatto ritrovare la canottiera e il costume che mio figlio aveva con sé quella maledetta sera” queste le parole di mamma Marina a Giallo.

La mamma di Marco continua: “Ho il fondato sospetto che siano stati anche lavati dopo l’omicidio. I due indumenti sono saltati fuori nel corso di un sopralluogo dei carabinieri nella villa della famiglia Ciontoli, dove Marco è stato ucciso. Sia il costume che la canottiera rossa con la scritta ‘bagnino’, che inizialmente erano misteriosamente spariti, sono stati sequestrati dagli inquirenti non più di un mese fa e repertati insieme con altri oggetti”.

I vestiti di Marco sarebbero stati consegnati ai Carabinieri solo due mesi dopo dalla morte di Marco. Continua mamma Marina: “Questa circostanza rende il tutto ancora più assurdo. Come sospettavo, i vestiti erano a casa Ciontoli e il fatto di averli consegnati ai carabinieri due mesi dopo la tragedia è un’ulteriore conferma che gli assassini hanno tentato di nascondere le prove.”



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