Attualità Italiana

Un anno dopo la morte di Marco Vannini: i Ciontoli hanno venduto tutto per non risarcire i danni?

Un anno dopo l'omicidio di Marco Vannini la famiglia del ragazzo continua a chiedere giustizia e verità. Mamma Marina punta il dito contro i Ciontoli: hanno venduto tutto per evitare un risarcimento


E’ una intervista esclusiva ai familiari di Marco Vannini quella che la rivista Giallo, diretta da Andrea Biavardi, pubblica nell’ultimo numero in edicola. A un anno dalla morte di Marco, a un anno dal suo omicidio, mamma Marina e papà Valerio vogliono la verità e continuano a chiedere che giustizia venga fatta. A un anno da quel tragico giorno, le persone indagate per l’omicidio di Marco, un ragazzone di 20 anni, sono ancora tutte libere, in attesa di un processo. Mamma Marina, senza peli sulla lingua, nella sua intervista continua a parlare di quanto sia delusa da questa famiglia, dalle bugie che secondo la donna i Ciontoli hanno raccontato. E rincara la dose: i Ciontoli avrebbero venduto le proprietà di famiglia pur di non avere nulla da dare in un eventuale risarcimento danni. Mamma Marina specifica ovviamente che la sua famiglia non è interessata minimamente al denaro ma la loro indignazione è per altro. “I Ciontoli sono liberi di vivere la loro vita, di andare al mare come se nulla fosse…” ricorda la mamma di Marco che, a un anno dall’omicidio, non vede pagare nessuno per quello che è successo.

Le parole della mamma di Marco a un anno dal suo omicidio: “Nessuno di loro ( si riferisce alla famiglia Ciontoli), finora, ha spiegato perché il mio adorato ragazzo è stato raggiunto da un colpo di pistola e perché è stato lasciato morire come un cane. Loro sono tutti liberi, mentre io e mio marito siamo condannati a soffrire, di un dolore indicibile, per il resto della nostra vita. Come se non bastasse, si sono disfatti di alcune proprietà nel tentativo di evitare un eventuale risarcimento dei danni”. 

Sul settimanale Giallo un approfondimento sul caso: “Ma c’è un colpo di scena in questo drammatico caso. Maria Pezzillo si è disfatta delle sue proprietà in modo da evitare che potessero essere sequestrate a titolo conservativo in previsione di un risarcimento alla famiglia Vannini. Da quanto abbiamo appreso, infatti, la signora Pezzillo ha donato al padre una casa dsua proprietà, ubicata nel Comune di Caserta. Il 50% di un’altra abitazione, ereditata in seguito alla morte della madre, è stata invece venduta. La donazione è avvenuta ad agosto, a distanza di cinque mesi dall’omicidio di Marco, mentre la vendita della porzione della casa risale a febbraio di quest’anno.”



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