Economia

Grecia: se BCE non dà soldi, banche greche in bancarotta. Tempesta sui mercati, spread su

Caos sui mercati a seguito dell'esito del referendum in Grecia: oggi un incontro da cui possono già dipendere le sorti di Atene ma l'Europa dà l'impressione già di pensare a un futuro senza la Grecia


La tempesta finanziaria innescata dall’esito del referendum in Grecia è arrivata puntuale come un orologio. Come sempre, è stata la Borsa di Tokyo a fornire indicazioni sul clima della giornata con l’indice Nikkei che ha perso oltre 2 punti percentuali. A catena poi, tutte le piazze europee, hanno aperto le contrattazioni alle ore 09,00 con flessioni molto pesanti. Tensioni anche sull’obbligazionario con lo spread btp bund che è arrivato a sfondare in su quota 160 punti base. Un livello alto se si considera che questo livello è stato toccato nonostante l’attivazione del Quantitative Easing della BCE. Il responso dei mercati è quindi chiaro: gli investitori hanno paura per quello che potrebbe avvenire già a partire da oggi a seguito dell’esito del referendum. Le preoccupazioni, e questo è un passo fondamentale, non riguardano solo il destino della Grecia ma anche il futuro dell’Euro.

La Grecia, secondo alcuni analisti come JP Morgan, viene data per spacciata e la sua uscita dall’Euro inevitabile. Già oggi ci potrebbero essere dei segnali evidentissimi in merito alle probabilità che si verifichi uno scenario di questo tipo. E’ chiaro che se la Banca Centrale Europea non alzerà l’asticella dell’Ela, le banche elleniche non avranno in cassa più soldi. Una prospettiva che andrebbe a determinare un repentino deterioramento della situazione con le banche elleniche in ginocchio e la necessità di stampare moneta. Tutto questo significherebbe l’automatico porsi fuori dall’Euro di Atene. E’ chiaro che uno scenario di questo tipo potrebbe svilupparsi solo se ci fosse un preciso input in tal senso da parte delle istituzioni europee. L’incontro a 4 di oggi, presente anche Mario Draghi, servirà ad avere una prima indicazioni su quello che l’Europa vuol fare. La più intransigente è la Germania che già ieri aveva parlato di referendum suicida con Tsipras che, a causa di motivi ideologici, stava facendo sbattere il suo paese contro un muro. Il governo greco vorrebbe un taglio del debito e chiaramente nuovi aiuti per cercare di uscire dal circolo vizioso debito-austerity in cui è confinato da alcuni anni. L’Europa dà l’impressione di essere già concentrata sul dopo.



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