Economia

Damiano commenta le ultime notizie sulle pensioni: da Boeri terrorismo psicologico

Cesare Damiano interviene in diretta a Mattino Cinque nella telefonata con Belpietro: le ultime notizie sulla riforma pensioni e la paura per i trentenni di andare in pensione a 80 anni. Boeri non faccia terrorismo psicologico


Cesare Damiano nella telefonata a Belpietro in diretta con Mattino Cinque in onda il 2 dicembre 2015 commenta l’argomento del giorno in tema di pensioni. Tutti i giornali di oggi hanno dedicato lunghi articoli e servizi alle parole del presidente dell’Inps che ha lanciato la bomba: i trentenni non andranno in pensione prima degli 80 anni. Una provocazione chiara ma che è lo specchio di quello che potrebbe succedere se non si dovesse lavorare per una riforma pensioni che dia i fritti giusti. Del resto Boeri lo ripete da ormai diversi mesi: non servono degli accorgimenti per le riforme e in questo caso per la riforma delle pensioni ma servono delle modifiche efficaci. Nella chiamata con Belpietro ( in onda lo ricordiamo nella trasmissione Mediaset Mattino 5) Damiano ha spiegato che non occorre fare terrorismo psicologico portando a  una fobia in tema pensioni. Un terrorismo psicologico che non deve venire nè dall’Inps nè da chi al governo si sta occupando di questa riforma delle pensioni.

LEGGI QUI LE DICHIARAZIONI CHOC DI BOERI: TRENTENNI IN PENSIONE A 80 ANNI

Damiano commenta: “Non ci nascondiamo dietro un dito, è noto il fatto che le giovani generazioni avranno pensioni diverse rispetto a quelle “vecchie”, diverse in termini di telefonataentrata. Uno dei motivi principali di tutto questo è l’età in cui si iniziava una volta a lavorare. Una volta si iniziava a lavorare a 15 anni se facevi parte di una famiglia modesta, qualche anno più tardi se invece studiavi. Questo modello del passato non esiste più, i nostri figli iniziano ad avere un lavoro con i contributi e in regola magari a 40 anni, ed è chiaro che allora i tempi per le pensioni cambino.”

Il discorso di Damiano fila. C’è da dire che, se un ragazzo modello facesse un percorso di studio eccellente, laureandosi a 23 anni con una quinquennale, e cercando lavoro per un paio di anni tra stage e tirocini, già a 30 anni potrebbe essere assunto in regola con contributi e quant’altro. Quindi forse il problema non è solo del mondo del lavoro diverso, ma anche del fatto che i giovani, anche quelli meritevoli, non trovano quello che spetterebbe loro: un lavoro con una retribuzione e i contributi.

La domanda di Belpietro si fa esplicita: quindi si andrà a pensione a 75 anni? Damiano spiega che secondo le proiezioni che si hanno a disposizione oggi, un trentenne con una carriera lavorativa media dovrebbe andare in pensione a 69 anni e 10 mesi, questa è l’aspettativa attuale.



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