Politica

Dimissioni Berlusconi: Popolo della Libertà a pezzi

Gli scontenti del Popolo della Libertà aumentano e si diversificano in gruppi, gruppetti, individui e cellule. Analisi tragicomica all'ombra delle dimissioni di Berlusconi con inevitabile riferimento alla morale italiana.


Mentre manca davvero poco alla formalizzazione delle dimissioni di Berlusconi, attese per il pomeriggio, non appena la camera dei deputati darà il suo via libera alla Legge di Stabilità, il Popolo della Libertà, creatura politica voluta da Silvio Berlusconi, si avvicina inesorabilmente all’implosione perdendo pezzi a ripetizione. Del resto non ci voleva la sfera di cristallo per capire che non appena l’astro di Berlusconi si fosse iniziato a eclissare, tutti i cocci che si erano radunati attorno alle (allora) fortune del premier, avrebbero presto la loro strada o avrebbero trovato un lido più tranquillo per esprimere gli alti traguardi di politica di cui questa gente è portatrice. Con le dimissioni di Berlusconi è evidente che la barca Pdl sta iniziando a affondare e allora, nella migliore tradizione italiana, è iniziata l’inevitabile fuga con abbandono conseguente del capo caduto in disgrazia.

Non un’ idea, non una concezione di vita, non ideali di riferimento tengono insieme oggi i partiti ma solo il mero interesse personale e quindi come alle affermazioni elettorali corrispondono attestazioni di stima (per non dire altro) e fedeltà (solo chi è debole ha bisogno di giurare perchè tradirà qualsiasi giuramento afferma il Comandate Crocco ne Li chiamarono…briganti di Squitieri) così alle disgrazie politiche corrispondono fughe dell’ultima ora e transiti su lidi più tranquilli.

Con tutta probabilità quindi la caduta del governo Berlusconi significherà la frattura (in mille pezzi) del Popolo della Libertà. Dopo il deputato Carlucci (Gabriella) finita dal Pdl all’Udc, questa mattina altri parlamentari del Pdl hanno abbandonato (lentamente) la loro casa madre. Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giancarlo Pittelli e Sardelli hanno infatti dato vita all’interno del Gruppo Misto alla Costituente Popolari Libertà-Pli, un gruppo che, nel nome, riafferma la validità della concezione liberale, anche se francamente dal punto di vista ideologico non si può capire a cosa serva l’ennesimo gruppo liberale in un parlamento che almeno per due terzi è costituto da…liberali. Ma andiamo avanti. Mal di pancia infatti (tipici delle barche che affondano) si starebbero sentendo anche tra gli ex di An che sempre questa mattina si sono defilati dalla linea ufficiale (?) del Pdl sottoscrivendo un documento in cui si afferma che il loro obiettivo sono elezioni immediate ma che se ciò non fosse possibile allora lo sbocco dovrebbe essere un governo tecnico. Per finire Santo Versace, altro deputato Pdl, ha ufficialmente aderito al gruppo dell’Api (che per non lo conoscesse fa capo all’ex Pd Rutelli). E per ora concludiamo qui questo nostro elenco che (ci giuriamo) nei prossimi giorni tornerà ad allungarsi.

Del resto nella patria dei voltagabbana e degli opportunisti la morale è sempre la solita dai tempi dell’Unità d’Italia. Non crediamo ci sia bisogno di ricordarla.



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