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Fabio Volo morto in un incidente stradale: quando le bufale sfruttano l’ingenuità dei lettori

Fabio Volo è morto in un incidente stradale: la nuova bufala di chi sfrutta Tgcom24 per lanciare la notizia ma si tratta di una bufala. Perchè i lettori sono così ingenui da cascarci sempre?


Fabio Volo sarebbe morto in un incidente stradale. Notizia che è assolutamente falsa, trattasi dell’ennesima bufala che serve a colui il quale ha avuto questa geniale idea per arraffare migliaia di click e assicurarsi una bella mancia dalla pubblicità presente sul portale che ospita la bufala. Stavolta però il Tgcom24 non ci sta, visto che per la diffusione della notizia, come spesso si fa in questi casi, si usa il nome del sito, testata giornalistica nazionale, tra i portali di informazione più seguiti in Italia. Il problema di fondo però, oltre a come il mondo del web è ridotto nel nostro paese, le notizie bufala sono infatti più lette e condivise di quelle reali, non è chi trae da tutto ciò il suo business ( in questo caso pare che l’autore ormai famoso per le sue bufale non abbia scopi associati al business ma lo faccia solo per la “fama” ma altre decine di persone lo fanno solo per un torna conto economico) ma è il mondo dell’informazione. In che senso? I lettori continuano a lamentarsi del fatto che sui portali ci siano banner pubblicitari ( che sono il solo modo per giornalisti e redattori di guadagnare nel mondo delle news sul web). Poi però sempre gli stessi lettori sono quelli che sui social e non solo condividono le notizie come quella sulla morte di Fabio Volo solo perchè in una immagine c’è il logo del Tgcom o perchè il nome del dominio del sito ricorda in qualche modo quello della testata giornalistica in questione. Il vero problema del mondo dell’informazione sono i lettori perchè continuano a farsi “impolpettare” dalle bufale senza rendersi conto di quello che leggono. Del resto solo in Italia l’uso costante dei social per la diffusione delle notizie ha preso il sopravvento perchè noi si sa, come sempre, usiamo tutti gli strumenti nel modo peggiore che si possa fare pensando di essere più furbi degli altri.

bufala

Ma tutto questo un giorno finirà perchè noi vogliamo credere che chi usa il web per fare informazione abbia la serietà e la decenza di dare un taglio a questa cantilena di notizie fasulle. Speriamo che presto possa arrivare una qualche regolamentazione che impedisca tutto ciò, nel rispetto di chi davvero fa questo lavoro con la massima professionalità. Il caso di cui abbiamo parlato oggi, associato a Ermes Maiolica, è solo uno dei tanti che potremmo citare. Perchè se in questa occasione l’autore lo ha fatto davvero come una burla, in altre invece ci sono persone che con le bufale, con i titoli per acchiappare click, costruiscono purtroppo una informazione sempre più spazzatura mentre altre persone lavorano con serietà e non hanno i risultati che potrebbero avere se solo in questo mondo ci fosse più chiarezza e soprattutto anche qualche multa per chi si approfitta di questo sistema.

DA TGCOM24 IL COMUNICATO UFFICIALE IN MERITO ALLA QUESTIONE

L’articolo in questione era a firma di un fantomatico Ermes Maiolica. Tanto questo che l’indirizzo web avrebbero dovuto far capire subito che di bufala trattavasi. Il problema è che nella condivisione via social la prima cosa che balzava agli occhi tgcom24 all’interno della testata. E questo ha fatto sì che la notizia si propagasse più del dovuto. Tanto più che in quel caso sulla foto della notizia non appariva solo il nome di Tgcom24 ma il logo vero e proprio, usato in maniera assolutamente arbitraria.

Ermes Maiolica risponde così

ermes

La situazione delle bufale in Italia è così seria tanto che esiste un ottimo sito che le smonta tutte. Si tratta del sito Bufale.net che ha pane per i suoi denti grazie a chi lavora solo per le bufale, i ragazzi del sito lavorano per raccontare la verità. CLICCA QUI PER VISITARLO



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