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Sclerosi multipla: la marijuna potrebbe aiutare a curarla

Trovati componenti chimici nella marijuana capaci di combattere l'infiammazione legata alla sclerosi multipla


Una scoperta alquanto curiosa ma senz’altro positiva. Pare che siano stati trovati dei componenti chimici nella marijuana che aiutano a combattere l’infiammazione associata alla sclerosi multipla,  che può intaccare il cervello e il midollo spinale.
Una bella notizia se si pensa che nei prossimi giorni avrà luogo l’appuntamento con le mele dell’Aism per finanziare la ricerca sulla sclerosi multipla (SM. E’ uno spiraglio di speranza che arriva da uno studio svolto dalla Tel Aviv University. Sono stati trovati alcuni composti nella cannabis, o marijuana, in grado di ostacolare l’infiammazione cerebrale e nel midollo spinale.

In particolare, secondo dott.ssa Ewa Kozela e i colleghi della TAU pare che gli effetti dei composti isolati della marijuana ostacolano l’infiammazione e proteggono il sistema nervoso e le sue funzioni. Tra i diversi componenti della cannabis vi sono il THC, o tetraidrocannabinolo, ovvero è il composto più abbondante e responsabile degli effetti di alterazione della mente, e il CBD, o cannabidiolo, anch’esso presente in abbondanza. Quest’ultimo componente, in particolar modo, è quello su cui i ricercatori hanno concentrato maggiormente la loro attenzione, dal momento che offre benefici medicinali senza i controversi effetti del THC.

Lo studio ha concentrato la sua attenzione essenzialmente sulle cellule immunitarie isolate, prelevate da topi con paralisi, e che sono implicate nel danneggiamento specifico del cervello e del midollo spinale. Queste sono state trattate in laboratorio sia con il THC che con il CBD.
Dai risultati dello studio, pubblicati sul Journal of Pharmacology Neuroimmune, pare che in entrambi i casi le cellule immunitarie hanno prodotto meno molecole infiammatorie, con particolare riferimento a una chiamata interleuchina 17 (o IL-17), che  risulta molto dannosa per le cellule nervose e la loro guaina isolante.

A conclusione dello studio, gli autori ritengono che il CBD, come anche il THC, impedisce alle cellule immunitarie l’innesco di molecole infiammatorie, limitando al contempo la capacità delle molecole di raggiungere e danneggiare cervello e midollo spinale.



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