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Tutte le radiazioni che ci fanno male: come proteggerci

Non solo il cellulare: tutti i giorni siamo esposti a radiazioni potenzialmente legate al rischio di tumore. Come difendersi e tutelarsi? La nuova direttiva europea persegue proprio questi obiettivi


Quali sono le radiazioni a cui siamo maggiormente esposti e che ci fanno male? Quali elementi di rischio determinano il numero maggiori di tumori? Nella direttiva europea sulla radioprotezione, adottata a dicembre scorso dal Consiglio dei ministri, si torna a discutere degli effetti dannosi per la salute delle radiazioni ionizzanti.

Si tratta della summa di cinque direttive precedenti e racchiude in un unico testo tutti i tipi di radiazioni cui la popolazione viene quotidianamente sottoposta. Si parte dalle fonti naturali (i raggi del sole) a quelle che ci vengono somministrate per scopi medici o di sicurezza. Ne consegue che alcune professioni sono considerate più a rischio perché chi lavora in alcuni campi specifici è esposto più a lungo alle suddette radiazioni (pensiamo ad esempio all’incidenza dei casi di cataratta per i piloti). Tutti gli Stati dell’Unione europea avranno quattro anni di tempo per recepire la direttiva.

Gli organi più soggetti a subire danni da radioattività sono nell’ordine i genitali, il midollo osseo, il colon, i polmoni, lo stomaco, la vescica, la mammella, il fegato, la tiroide e il cristallino.

L’obiettivo della direttiva è quello di assicurare maggiore tutela in particolare in ambienti dove la protezione viene sottovalutata, pensiamo ai body scanner installati agli imbarchi degli aeroporti o ad alcune pratiche potenzialmente dannose ammesse per scopi medico-sportivi o assicurativi. In tutti questi casi le esposizioni devono essere ridotte al minimo indispensabile e giustificate razionalmente da una predominanza dei benefici rispetto ai rischi per la salute. Non sono solo i cellulari quindi a mettere a rischio la nostra salute.

C’è spazio nella direttiva anche per la questione alimentazione: salvo casi di cibi radioattivi a seguito di incidenti nucleari, l’attenzione si concentra sulla sterilizzazione con irraggiamento con raggi gamma. Questi impianti sono considerati in via generale sicura ma l’obiettivo è implementare i controlli per la salute dei lavoratori. Nessun rischio di contaminazione grave viene invece rilevato per gli alimenti. Ma a completezza di questo argomento va detto che alcuni medici hanno rilevato un incremento dei casi leucemia infantile a seguito di consumo di cibi sottoposti a tale processo.



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