LifeStyle

Cani, ecco perché ci amano così tanto

Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori pare che i cani ci amano tanto per via di un ormone, l'ossitocina


Il cane è il miglior amico dell’uomo per antonomasia. Gli amanti dei cani o chi lo possiede sa per certo che queste creature a quattro zampe hanno un cuore grande e amano alla follia l’essere umano. Ci si chiede però come mai e a cosa sia dovuto questo “troppo amore” nei nostri confronti. Pare, infatti, che sia l’ossitocina, ovvero “l’ormone dell’amore“, a svolgere un ruolo non indifferente. Si tratta di un ormone che viene prodotto durante il parto o l’allattamento. I cani, sia quelli domestici che i randagi, hanno una straordinaria capacità di dimostrare affetto all’uomo. Questo non fa altro che determinare la nascita tra i due di un bellissimo rapporto d’amicizia, o chiamiamolo proprio “amore”. Secondo uno studio svolto da un gruppo di ricercatori sull’ossitocina, pare sia emerso che questo ormone influisca particolarmente sul comportamento dei cani. Al fine dello studio sono stati presi come campioni due razze canine, border collie e pastore tedesco. Agli esemplari selezionati è stato prelevato del Dna, tramite la saliva. In seguito all’analisi sono stati identificati tre polimorfismi del recettore dell’ossitocina, classificati con le seguenti sigle: 212AG, 19131AG e rs8679684.
Nonostante tutto, però, il fenonemo dell’ossicina resta ancora reso poco chiaro dalla scienza. Non possiamo considerarlo, infatti, come una sorta di interruttore che ha la funzione di accendere i sentimenti positivi. Tale ormone, infatti, in base alle situazioni o alle persone può indurre il cane a provare anche delle emozioni negative.  In merito al polimorfismo 212AG è emerso che sia i pastori tedeschi che i border collie entrambi dotati di allele G mostravano un minore interesse a rapportarsi con le persone. Nel polimorfismo 19131AG, invece, l’allele A ha permesso una socievolezza più elevata nei pastori tedeschi, ma una minore nei border collie. In poche parole hanno avuto luogo due effetti diversi in base alle razze.
Nel frattempo, non resta che attendere nuovi studi in merito al fine di verificare quanto la genetica possa influenzare il comportamento degli animali.



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