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Viva l’Italia, la nostra recensione

Non poteva mancare la nostra recensione di uno dei film più visti delle ultime settimane: ecco perchè andare al cinema e vedere Viva l'Italia


Ci prendiamo sempre un pò di tempo prima di scrivere le recensioni dei film perchè vogliamo testare con mano quello di cui si parla. Così dopo una settimana dall’uscita di Viva l’Italia scriviamo la nostra recensione elencando i motivi per cui questo film è degno di essere visto. Alla domanda: vale il costo del biglietto la risposta è semplice? Decisamente si: li vale per una interpretazione di Michele Placido forse tra le migliori, li vale perchè fa ridere ma anche sorridere e farebbe piangere se solo le battute divertenti non facessero pensare ad altro. Li vale per le musiche: i brani scelti che sottolineano alcune scene sono azzeccatissime . Li vale perchè il film è lo specchio del paese in cui viviamo quello  in cui non ci sono meriti e le raccomandazioni sono l’unica spinta per trovare un posto di lavoro. Li vale perchè i tre attori protagonisti, oltre a Placido, danno grande prova della loro bravura. E ora ecco la nostra recensione.

Viva l’Italia, la recensione- il solito film italiano si potrebbe pensare e in parte è vero soprattutto perchè il regista non si è dovuto sforzare più di tanto. Ha solo messo su una pellicola, anche se con sapienza, quella che è la realtà di tutti i giorni. Studi per fare l’attore e poi arriva il primo concorrente del Grande Fratello o il tronista di Uomini e Donne a rubarti il posto perchè potrebbe piacere di più al pubblico. Studi per salvare la vita ai malati ma in Italia a pochi interessa la salute delle persone e se tuo padre non ha una clinica privata o non è il primario in ospedale difficilmente indosserai il camice bianco. Non è di certo una novità la vita che ci viene mostrata in Viva l’Italia un paese in cui è normale scendere in piazza per manifestare e ritrovarsi poi immischiati in una rissa tra polizia e studenti ( che giusto per spiegare il nostro punto di vista sbagliano entrambi). Tu con la bandiera e tanti sogni, gli altri con i sassi nello zaino fermati da chi invece usa il manganello senza pensarci troppo. “Di terre belle uguali non ce n’è” canta Reitano mentre gli scontri in piazza si fanno violenti; il problema è che i giovani se ne fanno ben poco della bellezza di un paese, del buon clima, della tradizione, del passato. I giovani non si nutrono con gli oleandri del giardino “Italia” e non si possono coprire con il tricolore così come gli anziani non pagano le bollette se la pensione non la prendono neppure.

Viva l’Italia, la trama- una famiglia come tante quella dell’onorevole Spagnoli. Un figlio che fa il dottore e che pensa di aver ottenuto tutto solo grazie ai suoi sforzi e si ribella al padre e alle sue raccomandazioni; una figlia che sogna di fare l’attrice ma è divorata dall’ansia di una mediocrità che la rende vulnerabile e vuota. Un altro troppo preso da una vita senza perchè che lavora in una azienda di cui non sa nulla e ha investito tutto in una famiglia in cui non è apprezzato. Sua moglie lo reputa un mezzo uomo e suo figlio gli dedica un rap in cui lo invita a crepare. Questo è il quadro idilliaco di una famiglia che dovrebbe essere persino felice ma di felice non c’è nessuno. Le cose cambiano grazie alla verità: l’onorevole si ammala e inizia a dire tutto quello che non ha mai detto. Tempo di rivincite per chi ha sempre pensato che solo le raccomandazioni rappresentavano la via d’uscita: il talento, l’impegno e il coraggio possono regalare quello che una chiamata a volte non porta. I tre figli di Spagnolo lo capiscono e cambiano direzione alla macchina chiamata vita.


Viva l’Italia perchè vederlo? Probabilmente la prima cosa che penserete uscendo dal cinema è la stessa che ho pensato io: è facile mostrare al cinema la vita reale, più difficile è viverla. E’ facile parlare per chi tutti i giorni ha un lavoro e non si trova a mandare curriculum che verranno semplicemente cestinati senza neppure essere letti; per chi non fa i conti con la lista della spesa e con le rate dell’affitto da pagare. Diventa così facile mostrarci dei personaggi, e bisogna dire che il regista lo fa al meglio, ma il tutto resta sempre un film; forse farà riflettere ma la gente comune queste riflessioni le ha fatte da tempo. Non sarà la s di Ambra Angelini e il suo talento ritrovato a farci capire quanto sia duro avere il ruolo in una commedia; non saranno gli scandali del consiglio di amministrazione di Alessandro Gasman a mostraci la realtà di una azienda. E non sarà di certo Raul Bova a mostrarci quello che accade in un ospedale pubblico. Noi la fila per fare una tac la facciamo; le ore in fila solo per il prelievo di sangue le abbiamo sempre fatte e sappiamo cosa vuol dire  un macchinario che no funziona, lottiamo tutti i giorni con la malasanità visto che non possiamo permetterci le cliniche private. Onore al merito per chi porta queste storie al cinema, e per quello il film va visto. Ma Viva l’Italia noi altri lo viviamo tutti i giorni senza che ci siano attori a interpretare le parti di chi nella vita “recita” ancor meglio.



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