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Film da vedere, Fight Club

Film da vedere- Recensioni Fight Club Prima regola del Fight Club: dimenticare completamente di essere vivi per entrare nel mondo delle possibilità. Seconda regola del Fight Club: non avere paura di dolore e morte, anzi contemplarli fino a renderli piacevoli. Terza regola del Fight Cub: ognuno di noi nasconde, sepolto dietro quintali di coscienza, un […]


Film da vedere- Recensioni

Fight Club

Prima regola del Fight Club: dimenticare completamente di essere vivi per entrare nel mondo delle possibilità.
Seconda regola del Fight Club: non avere paura di dolore e morte, anzi contemplarli fino a renderli piacevoli.
Terza regola del Fight Cub: ognuno di noi nasconde, sepolto dietro quintali di coscienza, un Tyler Durden interiore.
David Fincher appare filosofo prima che regista, fedele allo splendido libro di Chuck Palahniuk, controlla gli impulsi dell’anima e costruisce un film lucido, terribile, attento al midollo e non alle ossa.
Coscienza e mini porzioni sono ormai frutta e dolce di una società miniaturizzata, più fedele al meccanismo “vivi e lascia vivere” che attenta agli impulsi interiori di anima e corpo.
Quest’altra prospettiva ci trascina all’uomo originario che supera le paura, esce dalla copertina, si ammala di insonnia ma sognante costruisce la realtà…ci trascina dentro Tyler Durden alias Jack.
Finzione, sogno e materia scivolano dentro i monologhi di Tyler-Jack, schizzato per sua stess scelta, talmente diabolico e coinvolgente da costruire un esercito disperato pronto alla sua causa sopra ogni altro codice vitale conosciuto.
Un esercito di dannati liberi che aprono gli occhi, squarciano il velo dell’apparenza e trovano se stessi, il dolore, la paura, lo sfogo in quel Fight Club regno dell’assoluta libertà, delle ombre, della violenza come ricerca di ego, del puro istinto visto come nostra unica densità.
Edward Norton, alias Brad Pitt è l’apoteosi di un’idea, un mito moderno di doppio superuomo capace di annullare in due personalità ogni tipo di paura, divenendo alleato del dolore x contemplarlo e affrontarlo fino a poi possederlo, trasformandolo in un’arma, una religione potentissima poiché appunto priva di materia.
Film e libro sono quasi un capolavoro, forse l’unico difetto emege dalla grandezza stessa del messaggio. Ci troviamo di fronte ad un raro esempio di pellicola corta: minuti in più avrebbero svelato, dipanato e districato le innumerevoli matasse create, per non banalizzare in un finale rapido e spettacolare (sicuramente costretto) un’intuizione geniale….quasi perfetta.

Francesco Vassallo



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