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Film da vedere 2010, We want sex

Film da vedere 2010- Recensioni We want sex “We want sex”…equality! Diretto da Nigel Cole. Protagonisti: Sally Hawkins, Bob Hoskins, Miranda Richardson, Geraldine James, Rosamund Pike.  Il titolo originale è Made in Dagenham. Drammatico, durata 113 minuti. Dal regista de L’erba di Grace e Calendar Girl, Nigel Cole, un nuovo riuscitissimo film imperniato su figure femminili. Applaudito settimane fa al […]


Film da vedere 2010- Recensioni

We want sex

“We want sex”…equality!

Diretto da Nigel Cole. Protagonisti: Sally Hawkins, Bob Hoskins, Miranda Richardson, Geraldine James, Rosamund Pike.  Il titolo originale è Made in Dagenham. Drammatico, durata 113 minuti.

Dal regista de L’erba di Grace e Calendar Girl, Nigel Cole, un nuovo riuscitissimo film imperniato su figure femminili.

Applaudito settimane fa al festival del cinema di Roma, è uscito il 3 dicembre nelle sale italiane “We want sex”, scoppiettante film dell’ormai storico filone della commedia proletaria all’inglese. Il titolo italiano , certo più ammiccante e molto più attraente dell’originale Made in Dagenham, è tratto da uno degli striscioni che le protagoniste innalzeranno,“We want sex equality” ma che a causa di una ventata suonerà piuttosto “Noi vogliamo sesso”. La motivazione è presto detta.

Vediamo insieme la trama del film We want sex

Dagenham, Gran Bretagna 1968. Presso lo stabilimento della Ford, cuore pulsante dell’economia inglese, lavorano 55 mila operai uomini e 187 donne; il loro lavoro consiste nel cucire fodere per i sedili delle auto, in un’ala a dir poco fatiscente dell’edificio, in cui oltre a fare un caldo infernale, piove. Dopo essere state riconfermate come operaie “non qualificate”, a cui spetta una salario che è la metà di quello preso da un operaio normale, dunque uomo, le 187 operaie all’unanimità si ribellano ed indicono il primo sciopero della storia condotto da donne. A prendere le redini del gruppo, l’incoraggiata e poi coraggiosa Rita O’Grady, interpretata da un’impeccabile Sally Hawkins, che fiancheggiata da altrettanto colorite e trascinanti colleghe, come Connie, Brenda e Sandra, farà sì che questa battaglia si estenda nel resto del paese, travalicando i limiti della fabbrica, per divenire una lotta sulla parità dei sessi, a tutti i livelli della vita civile. È perciò una lotta  che coinvolgerà personalmente tutte, e tutti, intaccando gli equilibri familiari tradizionali, per cui gli uomini, vedendo mettere a rischio anche il proprio lavoro, a causa dello sciopero protratto, e giudicando assenti nel loro ruolo “primordiale” le donne, impegnate piuttosto in lotte che non gli competono, ritrarranno per un momento il loro appoggio, fino a che capiranno che la classe a cui appartengono è la stessa e anche i loro diritti dovrebbero esserlo.

Caratterizzate da una forte incoscienza dei giochi politici ed economici, queste donne all’apparenza tanto sprovvedute, con il loro pesante carico emozionale, ma allo stesso tempo irriverenti e dinamiche, saranno in grado di smuovere anche il colosso Ford, con l’aiuto del ministro del lavoro britannico Barbara Castle, non a caso una donna, e di raggiungere il proprio obiettivo.

Tratto da una storia vera, ma incalzata dal racconto e da necessità di scrittura (la figura di Rita non è mai esistita), Cole ci fornisce un impietoso quanto ironico e mordente quadro di quel ’68 inglese, proponendoci ai titoli di coda, immagini delle reali protagoniste, che ancora oggi potrebbero avere qualcosa da ridere.

Olimpia D’Accunto



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