News e Cronaca

Julian Assange perde il processo d’appello

Processo d'appello per Julian Assange: rigettata l'istanza degli avvocati del capo di WikiLeaks.


Il Processo d’Appello di Julian Assange-La vita di Julian Assange si sta complicando sempre più, permettendo alla Svezia di poter estrarre l’uomo accusato di presunte molestie sessuali nei confronti di due ragazze. I Giudici della Corte di Appello di Londra hanno infatti rigettato l’istanza presentata dagli avvocati del celebre capo di WikiLeaks, bocciando tutti e quattro gli argomenti. La Corte, infatti, ha respinto le tre argomentazioni, dichiarando che il mandato emesso nei confronti di Assange, anche se emesso da un “pubblico ministero” è stato oggetto di “scrutinio indipendente” da parte dei giudici, ma hanno anche decretato che le accuse mosse all’uomo configurano come “condotta criminale” anche in Gran Bretagna e quindi perseguibili anche lì. Ma hanno anche affermato che le accuse sono “serie” per questo è stato rispettato il principio di proporzionalità, oltre al fatto che anche se nel mandato manca una formula d’incriminazione ufficiale, questa appare chiara e quindi non è possibile non dare credito alla richiesta dei pm svedesi.

Tutta in salita quindi la vicenda dell’uomo più chiacchierato del momento, che sembra aver perso la battaglia contro la propria libertà. In questo modo, infatti, si fa sempre più reale la possibilità dell’estradizione in Svezia di Assange e della possibilità di essere condannato con sentenza definitiva, naturalmente se le accuse verranno confermate dalle due donne che hanno accusato l’uomo dei reati sessuali descritti nelle carte presentate ai giudici inglesi.

Uscito dall’aula della Corte Suprema, Assange è apparso prima indifferente alla notizia, ma poi, dopo essersi appartato con i suoi avvocati, nel caffè del Tribunale, si è preso la testa fra le mani, mentre con attenzione rileggeva le motivazioni della sua sconfitta, cercando di comprendere ciò che realmente i giudici volevano dirgli. Insime a lui e ai suoi avvocati, c’erano Vaughan Smith, presidente del Frontline Club e proprietario della Ellingham Hall, la villa nella quale Assange sconta gli arresti domiciliari, e Gavin McFadyen, direttore del Centre for Investigative Journalism. I grandi assenti erano tutti gli altri vip, che non hanno ritenuto importante farsi notare in questa passerella, che lentamente sta passando nel dimenticatoio, come fatto del 2010, troppo lontano per i media di oggi.

I cronisti presenti, invece, hanno atteso con ansia le dichiarazioni dell’uomo che ha affermato di non essere stato incriminato in nessun paese e che il verdetto attribuitogli è pieno di cavilli legali, pronti a fargli perdere tempo. Infatti adesso restano solo 14 giorni per presentare una nuova richiesta, che avrà come risultato il verdetto finale della vicenda di Assange, e con queste premesse, non sono poche le persone che credono in una sconfitta definitiva del creatore di WikiLeaks.

Teresa C



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