Attualità Italiana

Pensionato strangola la moglie per paura di non poterla assistere, poi tenta il suicidio

Aveva paura di non poterla più assistere, aveva paura di morire e lasciare sua moglie da sola. Per questo avrebbe deciso di ucciderla, strangolandola e poi avrebbe cercato di togliersi la vita. Luigi è stato salvato e ora è in ospedale. La triste storia da Torino


Una strana storia quella che arriva a Torino. Potrebbe sembrare l’ennesimo caso di violenza sulle donne e invece, secondo quello che è il racconto delle persone che conoscevano i due protagonisti dell’accaduto, si tratterebbe di una storia d’amore. Ma come si può parlare di amore e morte insieme? Un pensionato ha ucciso sua moglie, siamo a Torino. Lo avrebbe fatto strangolandola, lo avrebbe fatto per paura di non riuscire più ad assisterla. Poi avrebbe cercato di togliersi la vita. Si può parlare di amore e morte insieme? Luigi Musso, 86 anni, ieri sera ha strangolato con una corda la moglie, Rosanna Cavallari, stessa età, invalida da anni. Poi ha stretto un cappio alla maniglia di una porta e ha cercato di farla finita. Ma il destino dell’uomo non era stato scritto secondo quello che era il suo piano. Una vicina di casa, che li accudiva quando poteva come badante, ha capito che stava succedendo qualcosa di strano in casa ed è intervenuta. Ha salvato Luigi che è stato portato all’ospedale Giovanni Bosco. Se la caverà.

Chi conosce i due signori parla di una storia di solitudine, della paura di Luigi di non poter più assistere la moglie, magari la paura di poter morire prima di lei. Chi li conosce dice che i due erano riservati, erano soli. Un vicino racconta: “Io li conoscevo poco. E forse non gli ho mai parlato a parte buongiorno e buonasera quando ci incontravamo sulle scale. Ma erano gentili. Poi lei si è ammalata e da allora li incontravo sempre meno”. E poi invece ci sono i racconti di chi la famiglia Musso la conosceva bene e spende belle parole per ricordare i due coniugi. Un vicino racconta che Luigi e Rosanna non hanno figli. La signora si era ammalata tre anni fa e da quel momento suo marito aveva provato ad assisterla, stava bene. Pian piano però anche il suo fisico ha iniziato a cedere. Luigi ne parlava con i vicini magari proprio davanti casa. “Diceva questa non è vita, guarda come mi sono ridotto” queste le parole di una persona che conosceva bene il pensionato torinese. E poi la decisione più difficile, quella di uccidere la persona che amava e di morire al suo fianco. Insieme. Una vita d’amore che si chiude con un gesto di dolore estremo. Difficile immaginare cosa proverà l’uomo svegliandosi capendo di aver ucciso sua moglie e di essere ancora vivo.



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