Attualità Italiana

Caso Elena Ceste: tutte le contraddizioni di Michele Buoninconti

Le ultime novità sul caso Elena Ceste: Michele Buoninconti resta in carcere. Ricostruite grazie ai verbali le varie versioni dell'uomo: ecco tutte le contraddizioni nei suoi racconti


Non ci sono clamorose novità nelle indagini sulla morte di Elena Ceste. Michele Buoninconti resta in carcere e difficilmente lo lascerà prima che si arrivi a una sentenza dopo il primo processo. Le prove contro di lui sembrerebbero essere davvero schiaccianti. In esclusiva nel numero di Giallo in edicola questa settimana si possono leggere le tre versioni date da Michele subito dopo la scomparsa di Elena, qualche settimana dopo e due mesi dopo. Versioni totalmente diverse che non sarebbero, secondo gli inquirenti frutto solo di una semplice confusione, ma la conseguenza di bugie messe insieme una dietro l’altra. Sulla rivista troverete i documenti originali che riproducono i verbali dei Carabinieri, verbali nei quali ci sono le diverse versioni date da Michele subito dopo la scomparsa di sua moglie, Elena, il 24 gennaio del 2014. Ricordiamo sempre che Michele resta il presunto assassino di sua moglie fino a quando non ci saranno i tre gradi di giudizio che per la legge italiana decretano la colpevolezza o l’innocenza.

In particolare nei verbali  di cui si parla si sottolinea come le versioni di Michele siano cambiate in merito agli orari di quella mattina ma anche al ritrovamento dei vestiti. Del resto subito dopo l’arresto di Michele, nelle prime conferenze stampa i Carabinieri avevano fatto notare come intorno a questi vestiti ci fossero diverse contraddizioni “prima ci sono, poi spuntano, poi non ci sono, poi spuntano in un altro orario“. Insomma il racconto di Michele sembra essere davvero poco credibile.

Ma le bugie non riguarderebbero solo i vestiti e gli occhiali di Elena. Tante sarebbero anche le incongruenze relative ai messaggi mandati dal famoso uomo della Golf, e ancora il racconto in cui Michele parla del cellulare di Elena. E ancora non tornerebbe neppure il racconto relativo alla sua vicina, alla richiesta di aiuto, alle telefonate. Una contraddizione dopo l’altra che potrebbero evidenziare le menzogne raccontate da Michele. L’uomo resta comunque nel carcere di Asti in attesa di conoscere il suo destino.



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