Attualità Italiana

Caso Marco Vannini: l’interrogatorio di Antonio Ciontoli e le sue contraddizioni a Quarto Grado

Un documento esclusivo nella puntata di Quarto Grado in onda il 26 febbraio 2016: l'interrogatorio di Antonio Ciontoli che piange mentre racconta la sua versione dei fatti accaduti la sera in cui Marco Vannini è stato ucciso in casa sua


Nella puntata di Quarto Grado in onda il 26 febbraio 2016 abbiamo ascoltato per la prima volta un documento esclusivo relativo al caso Marco Vannini. Si tratta dell’interrogatorio di Antonio Ciontoli, l’uomo che ha sparato a Marco nella sua abitazione di Ladispoli. Il Ciontoli viene chiamato a raccontare la sua versione dei fatti, ma deve dire la verità non continuare a raccontare menzogne, è questo il punto di partenza che sottolinea il pubblico ministero. E così il Ciontoli inizia il suo classico racconto: spiega che la pistola era in bagno, che Marco avrebbe voluto vederla, che il colo è partito per caso. A questo punto viene interrotto: è inutile andare avanti nell’interrogatorio se si devono dire cose non vere. L’avvocato chiede di interloquire con il suo cliente per alcuni minuti e in seguito il Ciontoli, dopo aver fatto mente locale sulle intercettazioni in cui Martina spiega come sono andati i fatti, dà una nuova versione della vicenda. Ma racconta che sua figlia non era in quella stanza, che non avrebbe mai voluto far del male a Marco, che la pistola era carica ma lui non lo avrebbe mai immaginato. E ammette di non aver molta dimestichezza con le armi: un militare, un uomo che ha ricevuto encomi e riconoscimenti tiene in casa delle armi cariche per anni. Il Ciontoli continua quindi a negare che il gesto sia stati fatto con cattiveria e spiega che non ha chiamato i soccorsi solo perchè pensava che anche per Marco sarebbe stato un problema. Ennesima pugnalata al cuore per mamma Marina e papà Valerio. In questo interrogatorio il Ciontoli piange per sè, per la sua famiglia ma dalla sua bocca non esce mai un pensiero per Marco che lo ricordiamo, qualora ce ne fosse bisogno, è la sola vittima in questa vicenda. Un ragazzo di 20 anni morto senza un perchè in una sera qualunque di maggio. 

Uno stralcio dall’audio che abbiamo ascoltato nella trasmissione di Ret4 che fa venire davvero i brividi: “Io e la mia famiglia stiamo vivendo un momento drammatico – dichiara Antonio Ciontoli – stiamo ricevendo minacce anche molto serie e non più posso vivere a casa, ho i giornalisti piantati sotto casa, non posso più vivere. Questa storia mi sta creando un danno economico allucinante, non sono ricco. Al momento a lavoro sono in licenza di convalescenza, perché non sto bene. Non so fino a che punto posso arrivare”.

E i genitori di Marco che hanno invece perso un figlio di 20 anni?



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