Attualità Italiana

Asilo degli orrori a Siena, la maestra arrestata rassicurava i genitori sui social: tutti i dettagli

Continuano le indagini sulla titolare dell'asilo degli orrori di Siena, la quale su Facebook rassicurava i genitori. Ecco tutti i dettagli sul caso

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Continuano le indagini dei carabinieri a Siena sulla presunta educatrice Patrizia, di 52 anni, titolare dell’asilo degli orrori. Al momento sappiamo che la donna si trova ai domiciliari, con l’accusa di violenza sui bambini da 6 mesi a 3 anni, di cui si prendeva cura nel nido a casa sua. Su Facebook scriveva di voler trasmettere amore ai bambini. Stando alle ultime notizie, la donna risulterebbe con precedenti penali per maltrattamenti. Dopo l’arresto della 52enne, i militari del Nucleo dell’Ispettorato del Lavoro continuano le indagini.

SIENA, ASILO DEGLI ORRORI ULTIME NOTIZIE: LA MAESTRA ARRESTATA ASSICURAVA DI VOLER TRASMETTERE AMORE AI BAMBINI

Le indagini sulla donna, titolare dell’asilo degli errori a Siena, continuano da parte dei militari Nucleo dell’Ispettorato del Lavoro. Al momento è necessario chiarire la vicenda sull’autorizzazione del “nido domiciliare” da parte del Comune di Siena, in quanto la donna pare avesse già dei precedenti penali per maltrattamenti. L’asilo privato “A casa dalla Tata di Tata Patrizia” era destinato ad accogliere bambini dai 3 mesi ai 3 anni e risulta autorizzato come “servizio educativo in contesto domiciliare”. Patrizia aveva presentato la sua attività su Facebook così: “Sono un’educatrice filo-montessoriana, mamma (e vedova) di tre figli da me cresciuti con grande senso del dovere. Ho scelto di diventare una tata perché vorrei continuare a trasmettere il mio contributo educativo e di amore a tutti i bimbi che avrò il privilegio di poter accogliere nel luogo in cui abito.” La donna scriveva di aver pensato a questo progetto nell’anno 2006 e di essere riuscita solo nel 2018 a realizzarlo.

Al fine di rassicurare i genitori, Patrizia inviava loro su Whatsapp foto e video che vedevano i bambini felici mentre giocavano. Secondo le fonti investigativi, alle famiglie veniva vietato di entrare all’interno dell’asilo-domiciliare per motivi igienici. Quando andavano a prendere i figli, i genitori dovevano comunicare il loro arrivo alla 52enne attraverso un messaggio. In questo modo, la donna aveva il tempo necessario per tranquillizzare i bambini che piangevano e per occultare eventuali segni di maltrattamenti nei loro confronti. Ogni giorno le venivano affidati da cinque a dieci bambini e i genitori pagavano una retta mensile di 600 euro oppure una tariffa oraria di 7 euro.

Il Comune di Siena ha iniziato subito a collaborare con le forze dell’ordine, con lo scopo di evitare dei “fraintendimenti nell’ottica della massima efficienza e collaborazione per la verifica degli atti lamentati”. Pertanto, il Comune ha deciso di monitorare con attenzione gli esiti delle indagini e prenderà tutti i provvedimenti “ove accertate l’esistenza di violazioni di legge”.

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