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L’Autorità Nazionale Palestinese chiede il riconoscimento dello Stato come membro Onu

Tira e molla all’interno delle Nazioni Unite per la richiesta che verrà fatta venerdì prossimo in Consiglio di Sicurezza dai palestinesi e cioè quella che la Palestina venga riconosciuto come membro dell’Onu. Richiesta che avanzerà dall’Anp in assemblea. A parlare in modo preciso è il presidente Barack Obama che ha tenuto un discorso all’assemblea in […]


Tira e molla all’interno delle Nazioni Unite per la richiesta che verrà fatta venerdì prossimo in Consiglio di Sicurezza dai palestinesi e cioè quella che la Palestina venga riconosciuto come membro dell’Onu. Richiesta che avanzerà dall’Anp in assemblea. A parlare in modo preciso è il presidente Barack Obama che ha tenuto un discorso all’assemblea in cui, con decisione, ha ribadito che il riconoscimento dello stato palestinese dovrà avvenire, ma trovare una scorciatoia del genere, non è garanzia di pace. L’approvazione da parte dell’Onu, attraverso una risoluzione, non potrebbe mai garantire uno stato di pace nella regione Medio orientale. Il presidente americano ha ribadito che la richiesta non può essere accolta, se prima non si raggiunge un accordo reale e duraturo tra le parti in questione, e cioè tra palestinesi e israeliani e che se non otterrà il no, opporrà il veto, cosa che gli Usa possono fare.

Una risoluzione o una dichiarazione che i palestinesi avanzeranno senza paura. Ci sono due possibilità per garantire il riconoscimento dello stato palestinese. La prima è quella di ottenere l’approvazione dal Consiglio di Sicurezza riuscendo ad avere almeno 9 voti a favore contro i 15 a disposizione e soprattutto che nessuno di questi ponga il veto. Ma proprio gli Usa hanno paventato questa opzione in caso di voto favorevole alla risoluzione.

In questo caso, l’Anp potrebbe richiedere il voto a tutti gli stati membri dell’Onu, che in totale sono 193 che compongono l’Assemblea Generale. Alla votazione dovrebbero ricevere almeno due terzi dell’approvazione generale e quindi ottenere 129 voti favorevoli per ottenere lo status di Paese osservatore, come il Vaticano. Ma anche qui i pareri sono diversi e discordi. Anche la zona europea è divisa, c’è una parte a favore della richiesta, Belgio, Cipro, Grecia, Irlanda, Spagna, Svezia, Norvegia, Malta, Lussemburgo, mentre ce ne sono altri, tra cui Italia, Germania, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca che spingono invece, verso la ripresa dei negoziati, cercando di risolvere un problema di condivisione tra i due stati contendenti Israele e Palestina. Favorevoli all’ingresso palestinese con lo status di osservatore, si sarebbero dichiarati Francia, Spagna e Gran Bretagna. Intanto manifestazioni hanno accompagnato queste ore di decisione, nelle città palestinesi che sostengono l’Anp e i propri rappresentanti presenti negli Stati Uniti al palazzo di Vetro. Differente richiesta invece, per il premier israeliano Benjiamin Netanyahu, che ha incontrato il presidente Obama subito dopo il suo intervento all’Assemblea dell’Onu. I palestinesi, invece, sostengono che i negoziati non potranno continuare se Israele non porrà fine agli insediamenti e non vorrà ritornare ai confini del ’67. Posizioni totalmente opposte che fanno pensare a un impossibile ritorno a negoziati Medio orientali e ad una pace ancora del tutto lontana, in un paese che non riesce a convivere e a progredire verso una pace duratura.

Teresa Corrado

 



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