Economia

Reddito di cittadinanza 2019 ultime notizie: che cosa sono le norme anti-divano?

Reddito di cittadinanza 2019 ultime notizie: che cosa sono le norme anti-divano? Il ministro ospite di Porta a Porta fa chiarezza su alcuni punti del provvedimento


Il “decretone” è stato approvato e oggi si può parlare, con certezze alla mano, di quello che succederà tra marzo e aprile quando si potrà iniziare a chiedere il Reddito di cittadinanza 2019. Luigi di Maio, ospite della puntata di Porta a Porta del 17 gennaio 2019, ha cercato di spiegare anche alcuni dei punti di forza del programma. Tra questi, per evitare che non ci siano possibilità di dare il reddito a chi non vuole cercare un lavoro e a chi vuole solo il sussidio senza fare nulla, ci sono le norme definite “anti-divano”. Non è la prima volta che il ministro parla dei “rimedi” preventivi per scoraggiare i furbetti che anche in questo caso potrebbero essere molti. Come aveva già detto in altre circostanze, di Maio ribadisce che le persone intenzionate a ricevere il reddito dovranno mettersi in testa che questa è solo una strada per entrare nel mondo del lavoro e non per avere dei soldi in cambio di nulla. Proprio per questo motivo esistono queste norme anti-divano. In attesa di ricevere le tre proposte di lavoro infatti, la persona che avrà diritto al reddito di cittadinanza, dovrà lavorare per mansioni di pubblica utilità ogni qual volta sarà chiamato. Inoltre dovrà partecipare a corsi di formazione.

REDDITO DI CITTADINANZA 2019 ULTIME NOTIZIE: CHE COSA SONO LE NORME ANTI-DIVANO? LO SPIEGA LUIGI DI MAIO

E poi ci sono anche le regole per le proposte di lavoro. La prima proposta che arriverà alla persona che ha diritto al reddito di cittadinanza prevede che il posto di lavoro sia nel raggio di 100 chilometri da casa, e che sia quindi facilmente raggiungibile. La persona può anche decidere di non accettare questa prima proposta di lavoro ma è chiaro che è nel suo interesse accettare perchè successivamente le proposte prevedono, la seconda, un allontanamento che può arrivare anche a 250 km da casa, e la terza, una proposta da tutta Italia. La prima proposta arriverà nel giro di 12 mesi, la seconda nel giro di 12-15 mesi e la terza nel limite dei 18 mesi. Se non si accetterà una delle tre proposte non si avrà diritto al reddito.

Di Maio spiega che la situazione sarà differente per i nuclei familiari nei quali c’è una persona con una disabilità, in questo caso si daranno dei sussidi qualora ci si debba spostare in un posto molto lontano dalla propria residenza. 

Ad affiancare le persone che hanno diritto al reddito ci saranno i centri di impiego, le stesse azienda che potranno formare i dipendenti, i centri di impiego privati e la figura del Navigator. 

A proposito delle aziende che assumono una persona che sta usufruendo del reddito, di Maio spiega: “un’impresa che assume chi prende il reddito di cittadinanza arriva fino a 18 mesi di sgravi fiscali. Se chi prende il reddito decide di aprire un’azienda riconosciamo fino a 16 mesi di assegno per avviarla. Perché questa misura serve anche a stimolare l’autoimpiego e ad abbassare il costo del lavoro, su cui c’è tanto da fare”.



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