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Inghilterra, Capello sogna con Jack Wilshere

In vista degli impegni delle nazionali, tra i giovani campioni coinvolti, quello che attirerà maggiore attenzione è il baby fenomeno dell’Arsenal Jack Wilshere, nato il 1 gennaio 1992. Centrocampista universale: può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo. Capello sicuramente lo starà tenendo sott’occhio per la sua Inghilterra: lo reputa fondamentale. Ma guardiamolo con gli occhi […]


In vista degli impegni delle nazionali, tra i giovani campioni coinvolti, quello che attirerà maggiore attenzione è il baby fenomeno dell’Arsenal Jack Wilshere, nato il 1 gennaio 1992. Centrocampista universale: può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo. Capello sicuramente lo starà tenendo sott’occhio per la sua Inghilterra: lo reputa fondamentale.

Ma guardiamolo con gli occhi di un talent scout.

Nasce trequartista e dopo aver trascorso tutta la trafila dell’Accademy dell’Arsenal a giocare dietro le punte, quest’anno Wenger ha deciso, di sperimentarlo in una posizione un po’ più arretrata, posizione che richiede un grande impegno in entrambe le fasi, sia quella offensiva che quella difensiva.  Ha inoltre dimostrato, nella sua prima partita da titolare in nazionale, di essere in grado di ricoprire anche un ruolo ancora più difensivo, considerando che Capello lo schierò a centrocampo con Lampard nel 4-4-2. Questa stagione è stata la stagione che lo ha fatto conoscere da tutti. Dopo sei mesi, molto positivi, in prestito al Bolton, dove il piccolo Jack ha imparato a giocare per la squadra, è migliorato molto difensivamente ed è cresciuto fisicamente, irrobustendo un corpo, forse prima un po’ troppo gracile, è ritornato all’Arsenal e ha dimostrato a Wenger, nell’amichevoli precampionato, di essere pronto per conquistarsi un posto da titolare nei gunners. L’allenatore alsaziano, un po’ per gli infortuni degli altri, un po’ perché rientra nella sua filosofia dare spazio ai giovani, gli consegnato le chiavi della squadra già dalla prima partita di campionato. Test importante per Wilshere che si trova ad esordire da titolare con la maglia dell’Arsenal in uno degli stadi più difficili, Anfield. La sua prestazione è deludente e la gente pensa “Ecco un altro sopravvalutato”. Ma il ragazzino non ci mette molto a smentire tutti, migliora di partita in partita e mostra una personalità che và ben oltre i 18 anni. Gli assenti ritornano, ma Wenger non ha dubbi: il posto è suo adesso. A 18 anni è titolare in Champions League e non solo, è lui il migliore dell’Arsenal nella fase a gironi di Champios: si presenta al mondo con due assist di tacco e un gol che è una delizia. E quando si inizia a pensare cosa si può volere di più da un ragazzo così giovane, lui stupisce tutti con prestazioni da giocatore affermato. E allora Capello, che già lo aveva convocato nell’amichevole estiva contro l’Ungheria, ma temeva che fosse troppo presto, si convince che forse non lo è per niente: lo convoca per la partita contro il Montenegro, ma non lo fa giocare e lo fa, successivamente esordire, contro la Danimarca. Ancora una volta lo mette alla prova, affermando di voler vedere come reagisce contro il Barcellona: la risposta di Jack? Due prestazioni mostruose, sia all’Emirates che al Camp Nou, di gran lunga il migliore dei sui. Stupisce tutti per il modo in cui all’andata riesce a contenere i ben più illustri opponenti Xavi e Iniesta, tanto da stappare parole di apprezzamento dagli stessi avversari e da Pep Guardiola. Nessuno ha più dubbi: Wenger non ne ha più da un bel pezzo e Capello  capisce di avere tra le mani un gioiello e che è arrivato il momento di affidare a lui la sua Inghilterra. Wilshere in sei mesi si è conquistato un posto da titolare nell’Arsenal e nell’Inghilterra. Oltre alle straordinarie qualità tecniche, in particolare la grande visione di gioco, l’accuratezza dei passaggi, un sinistro incantevole, la cosa che fa più impressione è la sua personalità: affronta senza paura ogni partita, non si arrende mai, e oggi a 19 anni è già un leader, fa sentire la sua presenza in campo, incoraggia i compagni. Sicuramente ci sono aspetti del suo gioco che vanno migliorati, come il destro, ancora troppo acerbo, e la veemenza nelle entrate. Ancora da migliorare è sicuramente la gestione della vita fuori dal campo: quest’anno già due problemi per lui, una rissa fuori un pub e insulti ad u tassista che indossava la maglia del Tottenham. Sicuramente Wenger provvederà a farlo migliorare in questo senso, ma una cosa è certa il ragazzo ha stoffa.

Cosa dicono di lui:

Wenger: “Wilshere ha il talento di uno spagnolo, ma il cuore è inglese. Ha sempre voglia di vincere così come i suoi compagni di squadra. Ciò che mi piace di lui è la sua freddezza, fa sempre la cosa giusta e a quell’età non è facile”.

Capello: “L’ho seguito, anche a Barcellona contro i più forti ha giocato con la stessa sicurezza della partita di Londra. Ho visto come si rapporta con l’arbitro e con i compagni, è difficile trovare uno della sua età con così tanta personalità. Ricordo due difensori, Baresi e Maldini, ed un attaccante, Raul, ma tra i centrocampisti alla sua età è il migliore che io abbia visto per personalità e sicurezza sul terreno di gioco. E’ un leader naturale, ha bisogno di accumulare presenza e un giorno sarà capitano della nazionale”.



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