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Ubuntu, Linux per tutti? Scopriamolo insieme

Ubuntu, letteralmente, significa “Umanità”  nella lingua africana, è un sistema operativo Linux, basato, precisamente, sull’architettura della distribuzione Debian. Il progetto nasce nel 2004, prefiggendosi come scopo ultimo la creazione di un sistema operativo Open Source stabile, dalla grande compatibilità hardware e software ma, soprattutto, semplice, così da poter estendere l’influenza linux, destinata ai soli programmatori […]


Ubuntu, letteralmente, significa “Umanità”  nella lingua africana, è un sistema operativo Linux, basato, precisamente, sull’architettura della distribuzione Debian.

Il progetto nasce nel 2004, prefiggendosi come scopo ultimo la creazione di un sistema operativo Open Source stabile, dalla grande compatibilità hardware e software ma, soprattutto, semplice, così da poter estendere l’influenza linux, destinata ai soli programmatori o esperti informatici, fino a poco tempo prima.

Eppure prima di proseguire il discorso su questo interessante sistema si deve fare un passo indietro per comprendere cosa sia l’Open Source: un programma Open è gratuito e migliorabile da chiunque sia in grado di mettere mano al codice Sorgente, appunto “aperto”; va da se che i sistemi open vengono migliorati spesso anche da semplici appassionati con il pallino della programmazione, rendendo via via sempre più stabile e funzionale il programma in questione.

Tra i programmi più famosi di questo genere possiamo citare firefox, l’amato browser internet, Open Office, l’interessante alternativa al pacchetto Microsoft, Vlc, il Media Player più apprezzato su internet, e così via dicendo.

Va da se che i programmi Open inizialmente possono essere complessi, poco stabili o poco funzionali all’inizio eppure, versione dopo versione, aggiornamento dopo aggiornamento spesso si arriva a veri e propri capolavori.

E’ questo il caso di Linux, partito come sistema dedicato si soli addetti, dalla grande complessità e dal numero di bug pressoché infiniti.

Eppure, con gli anni, si sono fatti passi da gigante, fino, appunto, all’apoteosi: Ubuntu.

La comunità Ubuntu si impegna a far uscire una nuova “distro”, ossia una nuova versione, ogni sei mesi.

L’attuale versione stabile è la 10.10, uscita appunto il 10/2010 e porta il nome di Maverick Meerkat, scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale, oppure inviabile attraverso servizio postale per cifre davvero irrisorie.

L’installazione del sistema è rapida e semplice, guidata passo passo, dalla scelta della lingua alla formattazione dell’ hard disk, del quale è interessante notare il formato: ubuntu “gira” sulla formattazione ext4 attualmente, un file system estremamente versatile, che non necessita di formattazioni come l’ Ntfs ed il FAT (usati fino a windows xp, poi sostituiti da WinFS), ed ha prestazioni di scrittura e lettura eccellenti.

L’installazione richiederà una ventina di minuti, e subito saremo catapultati nel mondo a cui questo sistema apre le porte: tutti i programmi basilari di uso comune sono pre-installati (dal pacchetto Open Office al media player; dal programma di masterizzazione a quello di grafica).

Eppure se, o meglio, quando tutto questo non basterà più, l’installazione di ulteriori software sarà pratica e rapida: l’ ”Ubuntu Software Centre”, una semplicissima applicazione, i fa scegliere da un comodo menù il tipo di programma che desideriamo installare; una volta selezionato un click del nostro mouse e questo verrà scaricato, installato e posizionato nella sezione che più gli si addice.

Un’ apposita barra, posizionata in alto ma spostabile a piacere, mostra tre pulsanti, che mostrano rispettivamente i programmi installati, suddivisi in base alla loro categoria, le cartelle interne dell’hard disk, e le funzioni avanzate, utili per installare i pacchetti e le librerie (programmi e compatibilità).

E’ lo stesso sistema ad avvertire la presenza di eventuali aggiornamenti, e li farà automaticamente oppure sotto richiesta dell’amministratore del computer.

Differentemente dagli altri sistemi Ubuntu non necessita quasi mai il riavvio dopo un aggiornamento o un istallazione, ad eccezion fatta degli upgrade del kernel, la vera e propria sorgente sui cui si basa il sistema.

Ubuntu ha requisiti di sistema irrisori, tanto da consentire un utilizzo eccellente anche di terminali un po’ datati, oltre che dei Netbook attraverso un’apposita distribuzione chiamata “Ubuntu Netbook Remix”; con le diverse distribuzioni derivate sarà possibile sfruttare al meglio qualsiasi tipo di terminale, Server compresi.

Da segnalare, in oltre, il fatto che i sistemi Linux non necessitano dei pesanti programmi antivirus, poiché basandosi su architetture differenti rispetto a quelle Microsoft il numero di programmi dannosi esistenti compatibili con entrambi i sistemi è vicino allo zero.

Eppure in quello che appare un più che ameno dipinto, si frastaglia all’orizzonte qualche difetto sul quale non è possibile sorvolare: alcune operazioni richiedono la conoscenza del linguaggio della “Shell” il terminale dei comandi testuali, decisamente complesso; se un utente di livello medio-basso non troverà mai la necessità di mettere mano alla Shell, sfortunatamente maggiori sono le necessità più ci si avvicina al momento in cui si dovrà apprendere almeno qualche comando basilare.

Installazione di alcuni pacchetti, di alcune drivers oppure di alcune periferiche non supportate, assieme all’incompleta compatibilità con i programmi Microsoft, malgrado l’ampia gamma di surrogati, non sempre riesce a soddisfare alcuni palati professionali ( grafica, fotografia), o semplici utenti che usano il computer totalmente per svago ( videogiochi).

Malgrado l’ampia compatibilità di programmi, grazie al progetto “Wine”, un applicazione il cui scopo è quello di rendere installabili programmi Windows, il lavoro da fare è ancora parecchio, e spesso i requisiti minimi di sistema aumentano a dismisura utilizzando questo metodo.

Dunque abbiamo esaminato solo la “punta” dell’Iceberg Ubuntu, sul quale si potrebbe parlare per settimane.

Un’ampia comunità, spesso di appassionati, non pagata, tenta di remare controcorrente, cercando di rendere libero e gratuito il mondo del softwere informatico, oppure, quanto meno, tenta di fornire una valida alternativa al colosso Microsoft, da tanti criticato, utilizzato in scala globale, e che si vende a caro prezzo.

L’ Open Source è un concetto oramai non più tanto nuovo, ma che progredisce parallelamente con il livello di conoscenza acquisito dell’utenza.

Ci si domanda, dunque, se i 70.000 Personal Computer che montano le varie distribuzioni Linux, non siano destinati ad aumentare, magari assieme ad una maggior compatibilità del sistema ed ad una ulteriore semplificazione.

Ubuntu è un sogno che si realizza, un utopia che sempre più profuma di realtà.

Continueremo ad osservare questo moderno Davide, intento nella sua lotta con il colosso Golia, malgrado, a differenza della storia Biblica, quest’ultimo non sembri intenzionato a ceder il passo.

Francesco Federico Migliaccio



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