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Wikipedia chiude: è solo una protesta?

Pensavate fosse uno scherzo dopo aver visto quello che era successo a Nonciclopedia? Non lo è. Wikipedia ha deciso di protestare e di oscurare i contenuti che di solito siamo abituati a consultare come fonte primaria di sapere! Ma perchè questa protesta? E’ soprattutto ci si fermerà qui oppure si andrà avanti proponendo magari proprio […]


Pensavate fosse uno scherzo dopo aver visto quello che era successo a Nonciclopedia? Non lo è. Wikipedia ha deciso di protestare e di oscurare i contenuti che di solito siamo abituati a consultare come fonte primaria di sapere! Ma perchè questa protesta? E’ soprattutto ci si fermerà qui oppure si andrà avanti proponendo magari proprio la chiusura completa? Difficile pensare a scenari di questo genere e quindi per ora più che altro crediamo si sia trattato di un gesto dimostrativo. Si protesta infatti contro il Decreto Legge per le intercettazioni: con questa nuova legge tutti i siti web dovranno provvedere a pubblicare nelle 48 ore successive all’uscita dell’articolo una rettifica qualora un utente la richiedesse. Una legge bavaglio quindi che nega la possibilità di libertà di espressione. Se da un lato infatti è anche giusto che ci si possa dover correggere per aver offeso magari qualcuno, dall’altro non si può certo pensare che chiunque si ritenga offeso, e magari non lo è stato, possa richiedere una rettifica.Ma cosa farà Wikipedia, l’enciclopedia on line più famosa del mondo?

Non avete avuto ancora l’onore di restare senza parole aprendo una pagina di wikipedia? Bhè, fatelo! Perchè sarà un’emozione da non perdere…Dove sono finiti i contenuti? Non ci sono più…Al posto di quello che avremmo voluto leggere, di cui non possiamo fare a meno, c’è un simpatico comunicato rivolto ai cari lettori e alle care lettrici.

“L’obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell’Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l’abbiamo conosciuta fino a oggi.” Ecco una parte del comunicato che potete trovare su ogni pagina di Wikipedia che decidiate di aprire. E intanto parte il tam tam anche su Facebook con tantissimi gruppi creati per scongiurare la chiusura dell’enciclopedia più famosa del mondo.

 

 



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