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La dolce lettera di Leri, sorella di Matteo Bertonati morto nel crollo del Ponte Morandi: “La giustizia non la voglio”

La dolce lettera di Leri, sorella di Matteo Bertonati morto nel crollo del Ponte Morandi: "La giustizia non la voglio". Ecco cosa ha scritto la ragazza sui social


Una foto pubblicata sui social mostra un attimo di felicità che nessuno potrà cancellare, mostra Leri sorridente mentre viene coccolata da suo fratello Matteo Bertonati. Una foto che ha fermato quell’istante, una foto che potrà adesso coccolare Leri nelle serate in cui sentirà il dolore per la scomparsa di suo fratello. Una vita che si spezza, un dolore che nessuno sa spiegare. Leri ha voluto scrivere una lunga lettera sui social. Indirizzata a chi in queste ore si riempie la bocca con parole forse inopportune, dandoci una grande lezione. Non ci sono risarcimenti, non ci sono colpe, non c’è giustizia. C’è solo una vita che viene spezzata senza perchè, e la consapevolezza di tanto tempo perso dietro a cose futili, senza rendersi conto che siamo qui, e che in un soffio, potremmo non esserci. 

Matteo era insieme ai suoi tre amici sul ponte Morandi, a Genova. Era in viaggio: prima a Nizza poi a Barcellona. Un viaggio che li ha visto cambiare direzione, una nuova meta, una nuova destinazione e un addio, mai dato, alle famiglie.

LA DOLCISSIMA LETTERA DI LERI BERTONATI PER SUO FRATELLO MATTEO MORTO NEL CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA 

Ecco il testo della lettera scritta da Leri, la sorella di Matteo Bertonati: 

Ti penserò sempre con un sorriso, quello che alla fine di ogni discussione mi facevi venire perché tanto era impossibile arrabbiarsi con te.
Le cose normali non sono mai stato il tuo punto forte e di certo non avresti potuto lasciarci in un modo normale. Ci hai travolti e spiazzati, e all’improvviso siamo rimasti senza la tua musica.
La vita è meravigliosa per il semplice fatto che noi siamo vivi, noi siamo qui e abbiamo ancora la possibilità di fare il primo passo, di perdonare, di perdonarci, di darci amore e forza. Abbiamo imparato ad un prezzo troppo alto che siamo qui solo per un attimo, che il tempo che abbiamo a disposizione per vivere senza rimpianti è troppo poco, può scivolarci dalle mani come se fosse niente. Dobbiamo impegnarci a non nutrire la nostra vita con sentimenti brutti come l’odio, la rabbia, la voglia di vendetta o la ricerca di una colpa. Di chiunque sia la colpa, non ci sarà mai una notte in cui non andremo a letto con il pensiero per i nostri quattro ragazzi. Sento parlare di colpe e di giustizia. Io personalmente della giustizia non me ne faccio niente, io la giustizia non la voglio. Qualunque pena sconterà chi è colpevole di questa tragedia non mi ridarà mio fratello e i suoi migliori amici, non mi ridarà i loro sorrisi e loro sogni, non mi ridarà il casino che facevano quando suonavano costringendomi a trovare un altro posto per studiare. La vera giustizia io la chiamo coscienza, quella che farà perdere il sonno a queste persone e quella che alla fine dei loro giorni gli farà rivivere la sofferenza che hanno portato alle famiglie di queste vittime. Per questo dobbiamo impegnarci al massimo affinché questo dolore diventi la lezione più grande che la vita ci ha messo di fronte con tutta la potenza del mondo. Smettiamola di rimandare, smettiamola di portarci la rabbia dentro, viviamo innamorati della vita ricordando sempre che l’amore è più forte di ogni cosa che incontra sul suo cammino ?

Queste le parole della ragazza che invita tutti, con una grande lezione di maturità, a capire che la vita è un soffio, che troppo spesso ci si perde dietro situazioni che lasciano solo cose brutte nella nostra esistenza. Troppe parole anche dopo questa tragedia, i fatti non aiuteranno Matteo a tornare in vita, nessuna vendetta, nessuna colpa ma solo dolore e un insegnamento grande: smettere di rimandare e fare quello che domani forse, non potremo fare. 



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