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Omicidio Pamela Mastropietro, parla un detenuto: “Oseghale dice di essere un boss della mafia nigeriana, offre soldi in cambio di bugie”

Le ultime notizie sull'omicidio di Pamela Mastropietro arrivano dal settimanale Giallo: che legami ha Oseghale con la mafia nigeriana?

Non è la prima volta che la vicenda di Pamela Mastropietro intreccia quella della mafia nigeriana. Se n’è parlato e se ne parla ancora. Ma oggi in esclusiva sul settimanale Giallo, in un servizio a cura di Gian Pietro Fiore, vengono raccontati dei dettagli molto importanti. Oseghale avrebbe confessato al suo compagno di cella non solo di essere l’assassino di Pamela, fornendo anche preziosi dettagli sui fatti accaduti in quella maledetta casa, ma avrebbe anche aggiunto di essere un boss della mafia nigeriana, tanto da potergli dare, in cambio di un suo aiuto, anche oltre 100 mila euro.

A parlare è quindi Vincenzo Marino, detenuto nello stesso carcere di Oseghale, ad Ascoli Piceno. 

OMICIDIO PAMELA MASTROPIETRO ULTIME NOTIZIE: C’E’ LA MAFIA NIGERIANA DIETRO LA MORTE DELLA RAGAZZA 

Si legge sul numero di Giallo in edicola questa settimana: 

Oseghale mi ha confessato il delitto. Mi ha detto di aver ucciso Pamela perché si era rifiutata di avere un rapporto sessuale a tre con lui e Desmond, e aveva minacciato di raccontare tutto alla polizia. Non solo. In cella Oseghale mi ha anche confidato di essere uno dei capi della mafia nigeriana in Italia, incaricato di fare da collegamento tra la cellula criminale presente a Padova e quella di Castelvolturno, in provincia di Caserta. Lui aveva il compito di trovare nuovi adepti e di gestire lo spaccio e la prostituzione. Un giorno mi ha perfino detto: ‘Ti do centomila euro se testimoni che sai che Pamela è morta di overdose. I soldi arriveranno da Castelvolturno, tramite gli avvocati. 

 E ancora: 

La testimonianza del pentito, che in passato con le sue rivelazioni ha già fatto arrestare numerosi affiliati alla ’ndrangheta calabrese, è ritenuta molto importante dagli inquirenti ed è stata inserita nel corposo fascicolo che racchiude l’intera inchiesta sulla morte della povera Pamela. Le sconvolgenti rivelazioni potrebbero pesare anche sull’esito del processo di primo grado a carico di Innocent Oseghale, che è appena iniziato davanti alla Corte d’Assise di Macerata. Vincenzo Marino, infatti, sarà il primo degli oltre 40 testimoni chiamati a deporre in aula. Verrà interrogato già il 6 marzo, giorno in cui è programmata la seconda udienza del processo che vede Oseghale come unico imputato. 

Pare che Oseghale avesse chiesto al detenuto di raccontare delle fandonie in merito alla morte della ragazza. La questione dei soldi offerti per la falsa testimonianza si lega anche a un altro aspetto di questa vicenda. Oseghale Inocent è difeso da due avvocati che a loro volta si avvalgono dell’aiuto di altri periti. Sono tante le persone a chiedersi come un uomo, che risulta disoccupato, possa permettersi una squadra di avvocati simile. 

Oseghale mi ha detto di far parte, anzi di essere uno dei capi, dei Black Cats». I Black Cats (in italiano “Gatti Neri”) sono una potente e violentissima organizzazione mafiosa nigeriana. La Dia (la Direzione investigativa antimafia) ne parla dettagliatamente in un rapporto risalente al 2016. Si legge in uno stralcio di questo rapporto: «La criminalità organizzata nigeriana è formata da diverse cellule criminali indipendenti… Ha strutture operative differenziate ma interconnesse, dislocate in Italia e in altri Paesi europei ed extraeuropei». Oseghale, per sua stessa ammissione, sarebbe uno dei capi di questa pericolosissima organizzazione criminale dedita allo spaccio e allo sfruttamento della prostituzione. Ecco come si sarebbe procurato il denaro necessario a pagare i suoi difensori. Ed ecco come avrebbe reperito i 100mila euro promessi al testimone. Naturalmente siamo ancora nel campo delle ipotesi. È probabile che i magistrati decidano di aprire un fascicolo per fare luce anche su questo aspetto. 

Questi i dettagli forniti dal giornalista del settimanale Giallo. Da mesi, lo zio di Pamela, che segue per la famiglia Mastropietro il caso, come legale, continua a ribadire che in questa vicenda si debba andare fino in fondo e che probabilmente c’è ancora molto da scoprire. 

Vedremo che cosa succederà al processo. 

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