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Mosca, si spoglia ed inchioda i propri genitali per protesta

Pyotr Pavlensky si è spogliato e ha inchiodato i propri genitali per protestare contro la politica di Vladimir Putin, in Russia


Ennesima protesta a Mosca – in Russia – che ha avuto luogo, ancora una volta, contro la politica intrapresa dal presidente Vladimir Putin: un ragazzo ha deciso, infatti, di incatenare i propri genitali sulla piazza Rossa, nei pressi del Cremlino.

Il nome del ragazzo in questione è Pyotr Pavlensky, un artista che ha deciso di esternare il proprio disappunto in questa maniera certamente non poco dolorosa: il giovane si è spogliato davanti al Cremlino e ha inchiodato i propri genitali per protesta; protesta volta ad accusare Vladimir Putin ed il suo essere contrario ai diritti civili in Russia, reprimendoli.
Pyotr Pavlensky non è nuovo a questo genere di manifestazioni estreme e dolorose: già in passato – per la precisione nel 2011 – infatti, il ragazzo aveva deciso di cucirsi le labbra per poter protestare a favore della libertà di stampa, in seguito al caso dell’incarcerazione delle Pussy Riot e, lo scorso 3 maggio, aveva avvolto il proprio corpo in del filo spinato, nelle vicinanze di una struttura governativa che sorge a San Pietroburgo. Questa volta, comunque, la protesta è stata ancora più accesa e dolorosa ed il giovane artista ha definito la Russia come uno “Stato di polizia”, prima di denudarsi sulla piazza Rossa del Cremlino ed inchiodare i propri genitali. Il gesto era, ovviamente, finalizzato ad attirare l’attenzione mondiale sul problema che affligge la Russia.

La piazza in questione è continuamente controllata dalla polizia – che si trovava, infatti, di ronda davanti al museo di Lenin – che ha immediatamente arrestato e soccorso il 29enne, che è stato portato d’urgenza in ospedale per ricevere le cure adeguate.

Un artista nudo che guarda le palle inchiodate al pavimento del Cremlino è una metafora dell’apatia, dell’indifferenza politica e del fatalismo della società russa contemporanea“, ha commentato – e spiegato tramite una nota pubblicata in rete – Pyotr Pavlensky, sul sito web Granu.ru.



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