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E’ partita la campagna pubblicitaria a favore dell’olio di palma sostenibile

E’ partita una settimana fa la campagna pubblicitaria a favore dell'olio di Palma sostenibile; italiani e francesi sono quelli meno entusiati


E’ partita una settimana fa la campagna pubblicitaria a favore dell’ olio di Palma sostenibile. Tutti i mezzi di informazione per le prossime tre settimane ci bombarderanno per far arrivare un messaggio rassicurante ai consumatori italiani. La campagna è finanziata dalla Unione italiana per l’olio di palma sostenibile, un’associazione fondata da tre imprese grandi utilizzatrici: Ferrero, Nestlé, Unilever cui si aggiunge la romagnola Unigrà che lo importa, lavora e distribuisce anche alle imprese alimentari. Giuseppe Allocca, presidente dell’associazione spiega che questo ingrediente, ovvero, l’olio di palma è un olio vegetale di origine naturale, ricavato dalla spremitura della sola polpa del frutto della palma da olio, non presenta rischi per la salute in una dieta bilanciata e che, se prodotto in modo sostenibile, aiuta a rispettare la natura e le comunità locali.

Proprio qualche giorno fa l’Istituto superiore della Sanità (Iss) aveva pubblicato un parere sul sito web del Ministero della Salute nel quale si metteva in guardia dal consumo eccessivo dei prodotti che contengono questo tipo di grasso, non perché abbia componenti specifiche in grado di avere nocivi ma per l’elevato grado di grassi saturi contenuti, pari a circa il 50% del totale, “quantità superiore alla maggior parte degli altri grassi usati in alimentazione, quali olio di semi di girasole, olio di soia e margarine vegetali” spiega l’Iss.

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Per l’Istituto il consumo elevato di questo tipo di grassi, visto in crescita in Italia, “ha effetti negativi sulla salute, in particolare, un aumento del rischio di patologie cardiovascolari”. L’Italia importa 1,6 milioni di tonnellate di olio di palma, di cui il 21% è destinato all’alimentare e di questo l’11% all’industria del dolce. Le campagne di informazione sull’olio di palma hanno avuto l’effetto di rendere più informati i consumatori che, come dimostra una ricerca internazionale di Tns, diventano sempre più scettici verso questo ingrediente. Sono soprattutto italiani e francesi i meno entusiasti e qualche azienda inizia a modificare radicalmente atteggiamento sul suo uso. E’ il caso, infatti, di Colussi che ha eliminato l’olio di palma dai suoi prodotti dopo aver provveduto a riformulare le ricette anche della sua linea a marchio Misura. In entrambi i casi verrà usato l’olio di girasole.



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