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La storia della piccola Favour come conclusione della Via Crucis: chi è la bambina “privilegiata”

La storia di Favour nella conclusione della via Crucis in onda oggi venerdì 19 aprile 2019 su Rai 1 con Papa Francesco in diretta da Roma

Sarà dedicata agli sfruttati la Via Crucis di oggi di Papa Francesco. Storie dei nostri giorni, storie del nostro tempo. Storie raccontate e storie che ci fanno girare spesso dall’altra parte. La Via Crucis, in diretta mondiale, da Roma, ha anche il compito e il dovere di lanciare dei messaggi e Papa Francesco sceglie di farlo anche nella serata del 19 aprile 2019, con delle riflessioni molto importanti in questa Via Crucis, affidate a suor Eugenia Bonetti. Sono sue le meditazioni che ascolteremo tra una stazione e l’altra della via Crucis.

Come conclusione invece, mediteremo insieme sulla storia della piccola Favour. Il suo nome significa “privilegiata” e lei si può definire in qualche modo tale. E’ vero che ha perso i suoi genitori ma è anche vero che avrà una vita, difficile e complicata, davanti a se tutta da vivere. A prendersi cura di lei il personale del Poliambulatorio di Lampedusa che purtroppo, di storie come queste, ne vive da anni.

LA VIA CRUCIS A ROMA E LA STORIA DELLA PICCOLA FAVOUR

Questa sera, nella conclusione della Via Crucis, ascolteremo proprio una riflessione sulla bambina.

Vorremmo ricordare la storia della piccola Favour, di 9 mesi, partita dalla Nigeria insieme ai suoi giovani genitori in cerca di un futuro migliore in Europa. Durante il lungo e pericoloso viaggio nel Mediterraneo, mamma e papà sono morti insieme ad altre centinaia di persone che si erano affidate a trafficanti senza scrupoli per poter giungere nella “terra promessa”. Solo Favour è sopravvissuta: anche lei, come Mosè, è stata salvata dalle acque. La sua vita diventi luce di speranza nel cammino verso un’umanità più fraterna.

Al termine della tua Via Crucis ti preghiamo, Signore, affinché ci insegni a vegliare, insieme a tua Madre e alle donne che ti hanno accompagnato sul Calvario, nell’attesa della tua resurrezione. Essa sia faro di speranza, di gioia, di vita nuova, di fratellanza, di accoglienza e di comunione tra i popoli, le religioni e le leggi. Perché ogni figlio e figlia dell’uomo sia riconosciuto davvero nella sua dignità di figlio e figlia di Dio e mai più trattati da schiavi.

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