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Cura dei tumori: microonde e ultrasuoni per combatterli

Ultrasuoni e microonde sono in gradi bruciare il tumore in un secondo senza danni al resto del corpo. La tecnica fa parte dell’oncologia interventistica, ma non è attuabile su tutti i tipi di tumore


Sebbene mosse i primi passi trenta anni fa, le sperimentazioni dell’oncologia interventistica in Italia risalgono a una decina di anni fa. Gli esperti descrivono questa branca della medicina come una di quelle con maggiori potenzialità di espansione. Nuove ipotesi di cura al tumore sono prospettate all’orizzonte dall’oncologia interventistica e sono rappresentati dall’utilizzo delle microonde e degli ultrasuoni. Questi ultimi, oltre a non lasciare segni tangibili sulla pelle del paziente, concentrano il loro flusso nel luogo dove è situato il tumore. Dopo aver aumentato la loro energia, finiscono per bruciare le cellule cancerogene. Carlo Catalano, professore ordinario del Dipartimento di Scienze radiologiche, oncologiche e anatomo-patologiche dell’Università La Sapienza, ha parlato di questa tecnica. Catalano spiega che la temperatura raggiunta dagli ultrasuoni può raggiungere la temperatura di 57 gradi e bruciare in un secondo il tumore. Per mezzo della risonanza magnetica è possibile utilizzare gli ultrasuoni con la massima precisione. Tramite metodi più potenti degli ultrasuoni, quali le microonde e la crioablazione, è possibile curare piccoli tumori del rene e metastasi di piccole dimensioni nel polmone. La tecnica non è ancora attuabile per ogni tipo di tumore, ma in caso di cellule tumorali di piccole dimensioni sembra essere la tecnica più adeguata. In Italia sono molti i centri in cui è possibile trattare il tumore con l’oncologia interventistica, ma è sempre bene operarsi in un istituto in cui tali operazioni sono di routine. A differenza di molti altri paesi, l’Italia ha dimostrato subito fiducia per questa tecnica che ora si sta diffondendo anche all’estero. Inoltre, la tecnica permette di ridurre i costi riguardanti l’operazione: gli strumenti costano intorno le 1000 euro e il ricovero previsto è di una sola notte per il paziente. Tra le tante cure “alternative”, questa sembra essere la più affidabile.



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