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La storia di Kali, la bimba che sopravvive all’ameba mangia-cervello

Una bambina sopravvive all'ameba mangia-cervello. Il parassita si chiama Naegleria fowleri, e nel 90% dei casi è letale


Una bambina sopravvive all’ameba mangia-cervello. Il parassita si chiama Naegleria fowleri, e, nonostante le piccole dimensioni, è davvero molto pericoloso per l’uomo. Si tratta di un organismo unicellulare che ha una forma simile a quella di un’ameba, e si trova nelle acque dolci di tutto il mondo. L’ameba mangia-cervello può essere letale, in quanto provoca la meningoencefalite amebica primaria, che colpisce il sistema nervoso centrale e, se non diagnosticata tempestivamente, può portare alla morte in una settimana. Fortunatamente una bambina ce l’ha fatta.

Si tratta di Kali Hardig, dodicenne dell’Arkansas. Lo scorso luglio ha ricevuto la terribile diagnosi: l’ameba mangia-cervello stava agendo nel suo corpo, e avrebbe potuto ucciderla. Fortunatamente la bambina è sopravvissuta, ed è uno dei pochi casi al mondo.

Come entra nel nostro corpo l’ameba mangia-cervello? Questo parassita è un organismo piccolissimo (20 micrometri, cioè millesimi di millimetro), e presenta una struttura molto semplice. Può entrare in contatto con l’uomo nuotando nei laghi o nei fiumi, in particolare se la temperatura dell’acqua si presenta calda o tiepida, ma anche nel caso di lavaggi nasali con acque infette e di piscine non accuratamente igienizzate. E’ proprio dal naso che il parassita entra nel corpo umano, per poi risalire lungo il nervo olfattivo, fino a giungere al cervello. Si nutre di tessuto nervoso e cerebrale, provocando gravi lesioni che portano alla morte nel 90% dei casi.

La bambina sopravvissuta all’ameba mangia-cervello aveva avuto contatti con il parassita presso il Willow Springs Water Park di Little Rock, parco acquatico a quanto pare poco igienizzato, in cui anche nel 2010 era stato registrato un caso analogo. Qui vi è un laghetto con fondale sabbioso in cui vivrebbe questo terribile parassita.

Kali fortunatamente è sopravvissuta grazie alle cure ricevute presso l’Arkansas Children’s Hospital, con una terapia sperimentale ed una diagnosi precoce. Al momento del ricovero presentava febbre alta, uno dei sintomi della meningoencefalite amebica primaria, insieme a mal di testa, nausea e vomito, torcicollo, convulsioni, allucinazioni e coma. E’ dunque stato indotto il coma a Kali, abbassando la sua temperatura corporea e trattandola con un farmaco sperimentale. Ora la dodicenne sta bene, e grazie alla sua storia è stata posta attenzione su questo terribile parassita mangia-cervello.



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