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Aborto: L’82% in anestesia totale, in contrasto con le indicazioni dell’Oms

Dalla relazione annuale sull'applicazione della legge 194/78 sulle interruzioni di gravidanza emerge che l'82% delle donne richieda l'anestesia totale per abortire


Troppi aborti in anestesia generale. È questo il dato che più preoccupa dalla relazione annuale sullo stato dell’applicazione della legge 194/78 sulle interruzioni di gravidanza. La percentuale degli aborti compiuti sotto anestesia totale è addirittura dell‘82%.
Il ministero della Salute ha trasmesso, come ogni anno, il rapporto sull’attuazione della legge 194/78. Dai dati raccolti emerge che l’82 per cento delle interruzioni di gravidanza avviene “in contrasto con le indicazioni” fornite a livello internazionale dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
Secondo lo studio, a preferire in primis l’anestesia totale sarebbero le donne. Si legge nel rapporto: “Molto spesso sono proprio le donne a chiederlo, perché preferiscono non sentire nulla“. “E comunque – dichiara Giovanna Scassellati, responsabile del Centro Interruzione Volontaria di Gravidanza dell’Ospedale San Camillo di Roma – l’anestesia generale che si fa oggi dura pochi minuti ed è meno invasiva di quella che si faceva anni fa“.
Altri dati riguardano coloro che ricorrono alla pillola abortiva: in questo caso, il 76% delle pazienti richiede spontaneamente la dimissione volontaria, dopo la somministrazione del farmaco, nonostante la legge preveda che prima della dimissione dovrebbero passare tre giorni: “Tra le donne – si legge nel rapporto – che chiedono la dimissione prima dei tre giorni obbligatori, firmando un’assunzione di responsabilità, nel 97% dei casi non vi è alcuna complicazione“. Secondo Silvio Viale, responsabile del Servizio 194 dell’Ospedale Sant’Anna di Torino e promotore dell’introduzione della RU486 in Italia, la degenza obbligatoria è “un’ipocrisia, una norma inutile e vessatoria. Non c’è nessun motivo medico per tenere la donna in ospedale, quindi la circolare che lo prevede è destinata a non essere considerata”.



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