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Certificato per tornare a scuola dopo il Covid: cosa sapere

Certificato per tornare a scuola dopo il Covid: cosa sapere prima del rientro in aula

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Il Coronavirus continua a essere un vero e proprio spauracchio per tutti quei genitori alle prese con figli piccoli che vanno a scuola e che spesso, in inverno, si ammalano. Quest’anno tutto è diverso perché un semplice raffreddamento, un po’ di tosse o la febbre non sono più semplici sintomi di influenza ma debbono essere analizzati al meglio per escludere che siano riconducibili al Covid. Per tornare a scuola, per tutti quei bimbi che hanno accusato determinati fastidi, sarà allora necessario un certificato. Senza di quello i bimbi non potranno tornare dai compagni di classe. Cosa sapere allora sul certificato da esibire nel caso in cui un bimbo sia mancato da scuola per sintomi riconducibili sulla carta al Coronavirus?

Cosa sapere sul certificato per rientrare a scuola

I bambini che sono stati assenti da scuola perché malati dovranno necessariamente esibire un certificato che attesti la guarigione da Covid o da una malattia diversa ma simile, ad esempio l’influenza. Senza il certificato non c’è possibilità di tornare in classe. Questo per proteggere tutti i compagni e assicurarsi che il bimbo che torna a scuola dopo essere stato malato abbia eseguito tutti gli esami del caso che hanno spazzato via l’ipotesi di Coronavirus. Il certificato viene spesso rilasciato solo dopo un tampone per Covid negativo, come specificato nella Circolare del Ministero della Salute n. 30847 del 24 settembre 2020 che specifica “La circolare precisa infatti che “in presenza di sintomatologia sospetta, il pediatra di libera scelta o il medico di medicina generale, richiede tempestivamente il test diagnostico e lo comunica al Dipartimento di Prevenzione, o al servizio preposto sulla base dell’organizzazione regionale“.

L’iter insomma è obbligatorio per tutti i bimbi alle prese con i vari malanni di stagione che però, in questa difficile epoca, potrebbero essere invece riconducibili al virus che da quasi un anno ormai sta imperversando in Italia e nel mondo.

Al fine di ridurre il numero dei tamponi da eseguire sui bimbi, molti pediatri e alcune Regioni (ad esempio il Veneto) limitano l’esecuzione dei tamponi ai sintomi più importanti (ovvero febbre alta) o 2 altri sintomi contemporaneamente (febbre moderata e tosse, oppure difficoltà a respirare), evitando di sottoporre così al test i bambini con il solo raffreddore. Qualsiasi sia la Regione di appartenenza, però, resta valida la regola del certificato rilasciato dal pediatra nel quale si dichiara il bimbo guarito e pronto a fare rientro in classe senza mettere a rischio di salute gli altri compagni.

Vi ricordiamo in ogni caso, di rivolgervi sempre al vostro medico in modo da avere sempre tutte le informazioni corrette, visto che la situazione è sempre in continua evoluzione.

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