Politica

Unità d’Italia: la Lega riceve solo fischi

La ventata di patriottismo sentita ieri è già passata, e così si ritorna a discutere delle vicende politiche. Punto di attrito è proprio l’atteggiamento della Lega, un partito di Governo ricordiamolo, avuto nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia. Fischiati e contestati in tutte le città del Nord, i leghisti sono parsi decisamente […]


La ventata di patriottismo sentita ieri è già passata, e così si ritorna a discutere delle vicende politiche. Punto di attrito è proprio l’atteggiamento della Lega, un partito di Governo ricordiamolo, avuto nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia. Fischiati e contestati in tutte le città del Nord, i leghisti sono parsi decisamente fuori luogo.

A Montecitorio, per il discorso di Napolitano, erano solo in 5, anche se Bossi ha commentato positivamente l’intervento.  Alla domanda del perché la Lega fosse assente il Senatur ha risposto “ Ci sono io!”. In questo clima fa notizia anche la coccarda tricolore appuntata al petto di Luca Zaia, governatore del Veneto, anche se poi ha fatto sfoggio del classico fazzoletto verde, precisando che non è indossando il tricolore che si risolvono i problemi.

Delizioso siparietto anche a Varese, roccaforte della Lega, dove alcuni “cospiratori” hanno esposto la bandiera italiana nientemeno che accanto alla sede del partito padano. Che impudenza!

Ancora oggi a Torino, dove Napolitano ha rivendicato il ruolo del capoluogo del Piemonte nel processo di unificazione, un bagno di folla per il Capo dello Stato, ma fischi per Cota, Presidente di Regione leghista.

Insomma il popolo italiano sembra coeso più che mai intorno all’idea di un’Italia unita. “È una sconfitta politica e culturale per la Lega” annuncia Italo Bocchino. “La Padania non esiste”. Duro anche Pierluigi Bersani, “non sono obbligati dal dottore a stare al governo” “se hai giurato sulla Costituzione e sulla bandiera devi rispettare questo giuramento, se no vai a casa. E il premier deve pretendere tutto ciò

Giuseppe Procida



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