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Naufragio di Cutro, ultime notizie: una class action dei parenti per avere verità e giustizia

I parenti dei migranti morti nel naufragio di Steccato di Cutro sono pronti a denunciare e a fare una class action contro chi avrebbe dovuto salvarli

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Sono pronti ad agire. Non solo lacrime, urla, strazio e dolore ma adesso anche una azione legale, dopo il dramma che stanno vivendo e hanno vissuto. Sono i parenti delle vittime del naufragio di Cutro (Crotone) intenzionati ad avere giustizia per i loro cari. Vogliono risposte, vogliono giustizia e vogliono sapere se davvero è stato fatto tutto il possibile per salvare le vite di quelle persone che erano su un barcone, in circa di una nuova vita in Europa. Secondo le ultime notizie che arrivano dalla Calabria, i parenti delle vittime, che al momento sono 71 ma al conto mancano ancora, purtroppo, almeno 40 persone, potrebbero dar vita a una class action. Stando a quanto emerso, alcuni di loro si sarebbero infatti già rivolti a dei legali. L’assistenza di un avvocato è d’altra parte necessaria anche per poter contribuire all’inchiesta in corso. E in entrambi i casi il dito è puntato principalmente sul capitolo soccorsi. Anche la magistratura è a lavoro per capire che cosa è successo nelle ore in cui, quelle persone sono morte in mare. I parenti delle vittime vogliono risposte. E vogliono chiarezza: chi doveva fare il possibile per evitare questa tragedia immane, lo ha fatto?

Una classi action dei parenti delle vittime del naufragio di Cutro: vogliono verità e giustizia

La notizia, è arrivata pochi minuti fa, dopo che alcuni degli avvocati coinvolti in questa vicenda, hanno spiegato i motivi per i quali, i parenti delle vittime, vogliono agire. Avvocati molto noti, e molto in vista nel nostro paese. Avvocati che sono pronti ad andare avanti in questa strada difficile, e lo faranno, rivelano, in modo del tutto gratuito.

Il pool di avvocati è formato tra gli altri, dall’avvocato Luigi Li Gotti, ex sottosegretario alla Giustizia e noto anche per essere stato il difensore di diversi pentiti tra cui Tommaso Buscetta, Mitja Gialuz, ordinario di Diritto processuale penale, e Vincenzo Cardone e Francesco Verri, cassazionisti esperti di Diritto penale internazionale.

Una nota ufficiale per spiegare che cosa succederà nelle prossime ore: “Siamo stati incaricati da numerosi familiari delle vittime del naufragio – affermano in una nota i quattro penalisti – di rappresentarli nei due procedimenti penali iscritti dalla Procura della Repubblica di Crotone. Il primo ha già condotto all’arresto di alcuni presunti scafisti che rispondono dei reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo quale conseguenza della violazione dolosa delle leggi sull’immigrazione. Il secondo procedimento mira a raccogliere gli elementi per valutare se ci sono responsabilità per il mancato soccorso in mare”

Ci sono poi al lavoro su questa vicenda, anche altri due legali, molto noti e conosciuti, per altre grandi inchieste. Marco Bona ed Enrico Calabrese da Torino a Cutro per difendere le famiglie dei migranti vittime nel naufragio di Cutro. A La stampa hanno dichiarato:  “Prenderemo in esame ogni possibile responsabilità di istituzioni nazionali e comunitarie, Frontex e Commissione inclusa. Vite e affetti non devono valere zero per chi deve salvaguardarli. Tanto meno le morti costituire occasioni di risparmio per i bilanci statali o dell’Ue”.

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