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Dopo il terremoto in India si teme per le strutture scolastiche anche in Italia

Il terremoto di magnitudo 6.8 che ha colpito l’India riapre la questione della sicurezza sismica italiana. In verità sono proprio i continui movimenti tellurici a preoccupare e non poco, chi, invece, si impegna alla salvaguardia degli alunni delle nostre scuole. Per i geologi italiani, bisogna attivare immediatamente degli studi sismici per controllare gli edifici scolastici. […]


Il terremoto di magnitudo 6.8 che ha colpito l’India riapre la questione della sicurezza sismica italiana. In verità sono proprio i continui movimenti tellurici a preoccupare e non poco, chi, invece, si impegna alla salvaguardia degli alunni delle nostre scuole.

Per i geologi italiani, bisogna attivare immediatamente degli studi sismici per controllare gli edifici scolastici. Secondo i dati forniti dal Consiglio Nazionale dei Geologi, che hanno ripreso i dati del Ministero dell’Istruzione, il 90% degli edifici scolastici in uso per la scuola, è stato costruito tra il 1900 e il 1990, il 46% tra il 1965 e il 1990. Con queste informazioni è evidente che le strutture scolastiche sono carenti degli standard di sicurezza sulle nuove norme tecniche sulle costruzioni del 2008 e soprattutto sulle normative a rischio sismico.

Il presidente del CNG Gian Vico Graziano, ha sottolineato, oltre ai dati forniti dal Ministero, anche la mancanza, per moltissimi istituti scolastici, di certificati di agibilità statica che dovrebbero garantire l’edificio, inoltre molti sono presenti in zone altamente sismiche.

È allarmante il dato che il 57% degli istituti non è provvisto del certificato di idoneità statica, cioè non c’è stato alcun controllo sulla stabilità di pilastri e strutture della scuola e quindi non è possibili stabilire quali edifici godono di buona salute e quali, invece hanno maggiormente bisogno di un intervento urgente per impedire eventuali tragedie.

Poi ci sono quegli istituti che sorgono su aree sismiche, se ne contano il 34%, un dato che non farebbe dormire sonni tranquilli nessun genitore, ma nemmeno nessun lavoratore della scuola. Se poi si pensa che l’11% degli edifici scolastici sono nati con destinazioni diverse e poi trasformati in strutture scolastiche, con piccole modifiche strutturali, sicuramente si potrebbe pensare che il Ministero non ha adeguatamente messo in sicurezza gli alunni delle scuole.

A sottolineare la grave situazione è il presidente dei geologi siciliani, che fa presente come la Sicilia sia la regione con più alto rischio e che ben il 90% delle scuole non hanno superarto il test antisismico.

La classe politica non si preoccupa di questo dato che, invece, dovrebbe allarmarla. A rischio ci sono circa nove milioni tra studenti, insegnanti, assistenti e lavoratori della scuola, che ogni giorno rischiano la propria vita andando al lavoro o frequentando strutture all’0interno delle quali ricevono la propria istruzione.

Un dato allarmante che in questo periodo così pieno di movimenti tellurici, dovrebbe far riflettere sulla situazione degli edifici scolastici. Non è passato molto dal terremoto dell’Aquila, dove, una scossa di magnitudo 5.9 ha distrutto una città. Che cosa accadrebbe se una scossa di terremoto, della stessa potenza o maggiore, a volte anche minore, colpisse delle zone dove risiedono edifici con queste caratteristiche? Eppure il problema della precarietà sismica degli edifici italiani non è una novità. Se ne parla ogni volta che un terremoto, naturalmente di entità maggiore e che causa danni e morti colpisce una delle nostre zone e da cui successivamente, partono le accuse per scaricare le responsabilità delle tragedie.

Poi il tutto passa nel dimenticatoio dei nostri politici, senza che, promesse o assicurazioni, vengano attuate. Del resto nemmeno i controlli che dovrebbero essere effettuati normalmente all’intero degli edifici scolastici, vengono effettuati. Essi passano in secondo piano e vengono rimessi nel cassetto, nell’attesa di un altro evento che li faccia riaffiorare per essere ripresi come merce di scambio di responsabilità e voti.

Teresa Corrado



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