Le celebrità più pericolose per il web
La McAfee, società di sicurezza informatica, ogni anno stila il report con la classifica degli attori la cui ricerca sul web può portare a contrarre virus sul proprio pc
Lily Collins è l’attrice che potrebbe mettere a rischio il vostro computer. Infatti, secondo il report della McAfee, società di sicurezza informatica, cercando il suo nome si ha un rischio quasi del 15% di beccarsi un virus o quanto meno spam. Quindi attenzione, se volete avere informazioni su di lei, sui risultati che vi vengono fuori o su quali decidete di cliccare. La McAfee è ormai da sette anni che realizza questa classifica con i nomi dei vip più pericolosi per il pc, quelli che sarebbe meglio evitare di cercare. Sul blog della società, un esperto dell’azienda, spiega che: “Probabilmente è impossibile per molti di noi smettere di cercare notizie e gossip online sulle celebrità, ma almeno possiamo cercare di farlo nella massima sicurezza”. Per il report del 2013, la maggior parte dei nomi a sbucare fuori sono quelli femminili, con addirittura nove donne presenti e un solo maschietto, l’attore Jon Hamm. Dietro Lily Collins, figlia della rockstar Phil Collins, ci sono Avril Lavigne e Sandra Bullock. Le classifiche degli altri anni, a partire dal 2009, erano invece dominate da Emma Watson, Jessica Biel, Heidi Klum e Cameron Diaz, le quali invece non sono più a rischio click secondo il report aggiornato a quest’anno. La società di sicurezza informatica però non ha dubbi e nonostante siano sempre le donne ad essere presenti in maniera maggiore nelle proprie classifiche, c’è un attore su tutti che sin dai tempi dei tempi è pericoloso per il cyberspazio, si tratta infatti di Brad Pitt. E’ lui infatti che sin dal 2008 detiene questo record. Quindi, quando si cercano questi nomi in particolare, bisogna prestare attenzione ai siti che vengono aperti, diffidando di quelli che promuovono contenuti gratuiti, che proclamano il lettore vincitore di qualcosa e che spesso sono anche ricchi di errori ortografici.
Fonte: Corriere della Sera
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