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Spiare l’ex su Facebook e Google è diventata un’abitudine: lo conferma uno studio

Spiare il proprio ex su Facebook o Google è diventata quasi un’abitudine. Il passato spesso ci perseguita e le nuove tecnologie non aiutano a migliorare la privacy


Con le nuove tecnologie la nostra privacy è a rischio – spesso anche a causa della nostra ingenuità. Spiare l’ex su Facebook, Google e altri social networks è diventata un’abitudine, ora anche uno studio conferma la cosa. Tutti abbiamo provato a cercare un conoscente su internet, un vecchio amico o anche un ex partner. Uno studio ha voluto verificare il fenomeno e il risultato è stato che uno su quattro ha ammesso di spiare o di aver spiato il proprio ex compagno o compagna in rete. Secondo i dati riportati dal sondaggio del Pew Internet Project, la tecnologia ha reso ancora più difficile tagliare definitivamente i ponti col proprio passato. Il 38% degli intervistati ha confessato di aver provato a scrivere il nome dell’ex su Google, almeno una volta. Nel 2005, solo l’11% affermava di averlo fatto: il fenomeno è in crescita, grazie ai dispositivi portatili che ci fanno stare virtualmente connessi 24 ore su 24 e all’esplosione dei social networks, Facebook in primis. Il 29% degli intervistati (ovvero un terzo degli oltre 2.200 volontari) ha ammesso di aver cercato un contatto o di aver semplicemente guardato di nascosto il profilo della sua nuova conoscenza. Inoltre, 6 persone su 10 ha rivelato di usare abitualmente Facebook per controllare aggiornamenti, foto dei compagni attuali o dei propri ex, talvolta anche chiedendo l’amicizia con profili fake. Il sondaggio di Pew si riferisce ai soli Stati Uniti, ma i dati sono facilmente riscontrabili anche nel resto del mondo digitalizzato. Insomma, con le nuove tecnologie è ormai possibile fare tutto. Spiare l’ex su Facebook e cercare i nomi su Google è diventato qualcosa che facciamo abitualmente. Se poi si trovano tutti i dati a loro disposizione, la colpa della poca privacy è anche degli utenti stessi. Non tutti sanno che una volta iscritti a un social network i propri dati sensibili perdono il copyright e anche il così pubblicizzato Cloud non è sicuro come si pensa: i dati personali finiscono su server fuori dall’Italia, dove la giurisdizione riguardante la privacy può essere meno severa. Stiamo più attenti alla divulgazione e alla condivisione dei nostri momenti quotidiani, anche perché dobbiamo essere consapevoli che qualcuno potrebbe guardarli a nostra insaputa. Ovviamente, a qualcuno fa piacere ma spiare l’ex può non può far piacere alla persona in questione.

 

 



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