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Coca-Cola, qual è l’ingrediente sospetto da eliminare?

Qual è l'ingrediente sospetto da eliminare, perché considerato nocivo per la salute, da alcune bevande col marchio della Coca-Cola?


Qual è l’ingrediente sospetto da eliminare contenuto in alcune bevande del marchio Coca-Cola? Sembra proprio che all’interno della famosa bevanda ci sia una particolare sostanza considerata nociva per la salute. A richiedere la rimozione dello specifico componente è stata una petizione firmata da alcuni consumatori. Così, dopo la Pepsi, anche la Coca-Cola ha annunciato che entro la fine dell’anno modificherà la composizione di alcune delle sue bibite (comprese Fanta e Powerade) rimuovendo gli oli vegetali bromurati: i cosiddetti Bvo. Questo è dunque l’ingrediente sospetto da eliminare. Queste sostanze sono considerate da tempo nocive per la salute, e vengono vietate in Giappone e in Europa, ma non negli Stati Uniti. Vengono utilizzate per esaltare aromi e sapori di alcune bevande. È nata una campagna su Change.org, organizzata da una studentessa americana, nella quale è stato chiesto di rimuovere questo ingrediente sospetto. Qual è stata la reazione da parte della Coca-Cola? Quella di abdicare. Dopo che la Pepsi aveva ceduto rimuovendo i Bvo dal Gatorade, anche il noto marchio è stato costretto a rimuoverli dalle sue. Sarah Kavanagh, studentessa diciassettenne del Missisippi, aveva lanciato una petizione per chiedere la rimozione di questo ingrediente. Nonostante la rimozione, dalla Coca-Cola continuano a difendere la bontà degli ingredienti usati: “Tutte le nostre bibite sono sicure, lo sono sempre state, e sono in regola con tutte le normative in vigore nei paesi dove sono vendute”. Ecco quali saranno i sostituti dei Bvo: saccarosio acetato isobutirrico ed estere di glicerolo delle resina. Dunque è stato individuato l’ingrediente sospetto da eliminare e già sono stati decisi i suoi sostituti. Dopo la campagna dei consumatori nata su internet, il grande marchio delle bevande è stato costretto a modificare alcuni ingredienti. Tra le bibite “incriminate”, ci sono la Fanta e la Powerade. Questo a dimostrazione di quanto il ruolo dei consumatori sia sempre più attivo e le aziende ne tengano conto.



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