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Sanremo Young un programma imbarazzante nella prima serata di Rai 1

Sanremo Young un programma imbarazzante nella prima serata di Rai 1. Ecco la nostra recensione


Le premesse erano delle migliori: un cast di giovani artisti, una brava conduttrice, l’Accademy con tantissimi artisti degni di nota a votare e commentare, ospiti d’eccezione, un Paolo Bonolis che fa sempre bene. Tutti questi gli ingredienti di Sanremo Young che avrebbe dovuto godere dell’ottimo traino del Festival di Sanremo ma che invece ne affossa ogni tentativo di cambiamento. 

SANREMO YOUNG LA NOSTRA RECENSIONE DOPO LA PRIMA PUNTATA IN ONDA SU RAI 1 IL 16 FEBBRAIO 2018

E’ imbarazzante il modo di stare in tv di questi giovani talenti che hanno scambiato il palco dell’Ariston per la stanzetta di casa loro dove registrano video da spedire sui social. Siamo a Sanremo, i like non partono alla stessa velocità. Ci aspettavamo di vedere e sentire molto di meglio ma, a parte 3-4 ragazzi, tutto il resto è noia. Non solo manca il talento ma i ragazzi sono dotati di una arroganza che non si vedeva da diversi tempo su Rai 1.

Imbarazzante la somiglianza di questo Sanremo Young a Ti lascio una canzone, probabilmente per la scelta della conduttrice, probabilmente per la voglia continua della Rai di non modernizzarsi. Non a caso vediamo cantare sul palco una ragazzina di 14 anni in shorts inguinali ma con un fiocco in testa tra i capelli lasciati scendere lunghi sulle spalle come una bambina da collezione. Imbarazzante anche il vestito di Antonella Clerici come in generale, il look scelto per i ragazzi. A tutto questo si aggiunge la scelta delle canzoni: proprio perchè siamo a Sanremo ed è da poco finire il festival, omaggiare questa edizione da record scegliendo qualche brano, magari quelli delle nuove proposte che sono stati sicuramente di successo, era una cosa così difficile? E invece sempre le stesse melodie: da Adagio che cii ricorda ancora le esibizioni a Io Canto di Impastato a Quello che le donne non dicono. Molto male. 

Imbarazzante l’intervista di Richard Gere per due motivi: se vuoi un ospite straniero devi saper parlare inglese, perchè sempre più spesso ci sono problemi con la traduzione. Se non sei in grado, non lo intervisti. A parte questo è stato imbarazzante l’intero blocco: Baglioni ci ha impiegato mesi a spiegare che non serve l’attore di Hollywood ai fini di questo spettacolo, la Clerici o chi per lei, hanno distrutto tutto questo in una manciata di secondi. Il grave problema è che l’intervista è stata imbarazzante, come le risposte dell’attore spesso anche incredulo di fronte ad alcune delle domande fatte.

Imbarazzante per certi versi anche il commento di grandi artisti, quelli che formano l’accademy. Da loro ci aspettavamo qualcosa di più, una cattiveria maggiore; è vero sono ragazzi giovani, ma è anche vero che non ci si può illudere alla loro età. Non bastano milioni di followers per diventare qualcuno, non continuiamo a lasciar passare questo messaggio. Del resto è stata la stessa Baby K a far capire a un ragazzo, dopo una esibizione a dir poco imbarazzante, che potrebbe provare con qualcosa di “virale”. Per tradurla: prova a fare il Rovazzi di turno, magari vien fuori qualcosa, ma il canto lascialo a chi ha davvero talento. Ci dispiace che Antonella Clerici abbia ancora una volta accettato un progetto davvero non mette in luce le sue doti. Un peccato. 

Come sempre vi ricordiamo che la nostra recensione è stata scritta prima dell’uscita dei dati auditel relativi alla prima puntata di Sanremo Young. 



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