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Additivi alimentari, come riconoscere quelli pericolosi

Quali additivi alimentari sono pericolosi per la salute? In quale misura? Impariamo a leggere le etichette dei cibi


Gli additivi alimentari sono sostanze potenzialmente pericolose che vengono aggiunte agli alimenti per conferire maggiore sapore e ottimizzare la conservazione. Si riconoscono dalla sigla E nell’etichetta.

La normativa ne ammette oltre 300 purché chiaramente indicati nei codici. Tra questi ci sono i coloranti (e vanno dall’E100 all’E199). Tra questi ultimi quelli da considerare con maggiore attenzione sono l’ E122, azurubina, che dà la colorazione rossa con sfumature bluastre. In alcuni Stati europei (Norvegia, Svezia, Austria) è vietata proprio perché potenzialmente dannosa per la salute, soprattutto per le persone che soffrono di asma e sono sotto cura con aspirina e antifebbrili.  Altro colorante da tenere sotto controllo è l’E127 (eritrosina), che si trova nelle caramelle, nei gelati e nella frutta sciroppata. Quest’ultima, che  conferisce agli alimenti un colore blu scuro, può essere potenzialmente dannosa soprattutto per chi ha problemi di tiroide. Non sono mancati infatti casi di procurato shock anafilattico. Degli additivi inoltre fanno parte i conservanti: le sigle in questo caso vanno da E200 a E299. I più pericolosi sono i nitriti e i nitrati, che si trovano soprattutto negli affettati insaccati. Stessa attenzione per il benzoato di potassio che, combinandosi con la vitamina C, dà luogo al benzene (cancerogeno). Anche la formaldeide si trova in diversi alimenti. Alcuni test sui roditori hanno riscontrato che può causare tumori. Tra gli additivi più a rischio ci sono inoltre i polifosfati, noti per la capacità di trattenere l’acqua, presenti soprattutto nelle sottomarche di scarsa qualità. I solfiti sono presenti, in dosi ammesse, soprattutto nel vino bianco: la loro presenza naturale infatti si forma nel processo di fermentazione alcolica.

Infine chiudiamo citando il glutammato monopodico (E621): quest’ultimo è abbastanza comune nelle ricette della cucina orientale ma andrebbe evitato perché può provocare allergie (c.d. sindrome da ristorante cinese).

In tutti questi casi saper leggere bene le etichette dei cibi e quindi interpretare le sigle corrispondenti ai vari additivi permette di tutelare la propria salute.



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