Salute

Benzene nei cibi: quali sono quelli assolutamente da evitare

Scatta l'allarme benzene, una sostanza nociva contenuta in alcuni prodotti specifici: vediamo quali sono gli alimenti più a rischio assolutamente da evitare...

benzene nei cibi


Scatta l’allarme benzene nei cibi, una sostanza nociva che alcune industrie alimentari starebbero utilizzando sempre più di frequente al posto degli additivi di origine naturale. Importante dunque capire quali potrebbero essere gli alimenti più a rischio e cercare di consumarli meno possibile per non incappare in brutte sorprese. L’acido tartarico di origine naturale presente in molte bevande serve per ridurre l’acidità; solo che negli ultimi tempi molte industrie alimentari hanno buttato l’occhio all’Asia importando sempre più di frequente quello che viene presentato come il sostituto di questo additivo naturale: trattasi di una sostanza sintetica molto più economica che avrebbe indotto alcuni produttori in campo alimentare a usarla, noncuranti del fatto che potrebbe però nuocere gravemente alla salute.

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E dopo molte segnalazioni provenienti dalla filiera alimentare, Paolo De Castro, coordinatore della Commissione Europea Agricoltura ha lanciato l’allarme su una questione davvero importante per la salute. Gli alimenti a forte rischio di contenere benzene sarebbero caramelle, marmellate, succhi di frutta, dolci, frutta, pane, vino, latte in polvere per bambini. Per questi alimenti le industrie alimentari che operano in modo poco corretto potrebbero utilizzare l’additivo di tipo sintetico sopra descritto. I danni alla salute, per chi consuma di frequenti i cibi incriminati, sono molti: quelli maggiori a carico dei reni che si appesantirebbero molto fino a cominciare a funzionare male (nefrosi).

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Insomma occorre non abbassare la guardia e fare davvero molta attenzione ai cibi che si portano sulla tavola, cercando quindi di evitare – non potendo avere la certezza di consumare alimenti sani – quelli considerati più a rischio. E al fianco della questione sulla salute, sicuramente la più importante, ne emerge un’altra: ad essere danneggiate economicamente sono tutte quelle aziende che invece utilizzano acido tartarico naturale e che sostengono costi più alti, subendo però la concorrenza sleale di quelle aziende che immettono alimenti sul mercato a prezzi più economici giocando però sulla salute dei consumatori.



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