Festività

Epifania, le più belle filastrocche per bambini sulla Befana

Ecco alcune delle filastrocche più belle che esistono sulla Befana, che i bambini possono imparare in occasione dell'Epifania e recitare insieme ai parenti

filastrocche befana bambini


La Befana è un personaggio molto amato dai bambini perché mette in moto la fantasia. In occasione di questa festa quindi sarebbe carino far imparare ai più piccoli delle divertenti filastrocche, importanti anche per allenare la memoria. Si tratta di filastrocche in rima davvero simpatiche e divertenti, che piaceranno tantissimo ai piccoli di casa. Ci sono anche poesie e canzoncine da imparare in occasione dell’Epifania, per poi recitarle a casa con i parenti nella giornata dedicata alla Befana. Scopriamo quindi quali sono le filastrocche per bambini sulla Befana più belle.

FILASTROCCHE BEFANA PER I BAMBINI, LE PIU’ BELLE DA IMPARARE INSIEME A MAMMA E PAPA’

Chi da bambino non ha mai imparato una filastrocca sulla Befana? Ne esistono moltissime davvero belle e simpatiche, che piacciono a grandi e piccini. Inoltre queste filastrocche rimangono nella memoria anche da adulti, ricordando il periodo delle feste di quando si era bambini. La Befana è un personaggio molto amato e controverso, perché è una brutta vecchietta che però porta i dolci ai bravi bambini. Sono molte le filastrocche che celebrano questa vecchia strega a cavallo di una scopa e dunque non ci resta che scoprire quali sono le più belle e aiutare i bambini a recitarle proprio nella giornata dell’Epifania.

LE FILASTROCCHE DEDICATE ALLA BEFANA DA IMPARARE

“La Befana” (di E. Zedda)

Con la diaccia tramontana
è arrivata la Befana
e gironzola in calzini
tra comignoli e camini
che l’aspettano impalati,
sorridenti e affumicati.

“Qui” un comignolo l’avverte
“c’è un piccin che si diverte
tutto il giorno: un fannullone!”.
“Ecco, cenere e carbone!”.

“Qui c’è un bimbo giudizioso?
Ecco un dono generoso,
ma al fratello negligente
lascio subito un bel niente.

C’è una bimba vanerella?
Ecco qua la paperella,
ma il giocattolo più bello
lo regalo a un orfanello:
per un attimo il sorriso
tornerà sul mesto viso”.

“La Befana” (di G. Rodari)

Viene, viene la Befana
da una terra assai lontana,
così lontana che non c’è…
la Befana, sai chi è?

La Befana viene viene,
se stai zitto la senti bene:
se stai zitto ti addormenti,
la Befana più non senti.

La Befana, poveretta,
si confonde per la fretta:
invece del treno che avevo ordinato
un po’ di carbone mi ha lasciato.

La Befana” (di Giovanni Pascoli)

Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.

Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.

E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso, or più lontano.
Piano, piano, piano, piano.

Chi c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Chi c’è dentro questa villa?

Guarda e guarda… Tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda… Ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! Tre calze e tre lettini…

Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolano le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitano le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?

Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.

La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra:
trema ogni uscio, ogni finestra.

E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?

Guarda e guarda… Tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…

E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila…
Veglia e piange, piange e fila.

La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.

La Befana va sul monte.
Ciò che vede e ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.

“Chi sarà?” (di Teresa Zaccuri)

Toglie addobbi agli alberelli,
ai presepi i pastorelli,
lascerà dietro una scia
tutta di malinconia.

Ma ai bambini più piccini
donerà calze e dolcini.
È, da sempre, la più anziana.
Chi sarà? Ma è la…

“Alla Befana” (di Mario Giusto)

O Befana, Befanina,
non passare tanto in fretta,
non scordar la mia casina,
non scordar la mia calzetta!

Al cicchetto ho preparato
un pugnel di fave e fieno,
un canestro ti ho lasciato
di cicchetti tutto pieno.

Tu, venendo a notte fonda,
quando dormo e penso a te,
la mia calza fai ben tonda;
sarò lieto come un Re!



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