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Fateme Cantà: il testo della nuova canzone di Ultimo è la spiegazione di quello che è successo a Sanremo

Il testo della canzone di Ultimo Fateme Cantà è una dichiarazione d'amore per la musica ma anche una spiegazione di quello che è successo a Sanremo


Avete avuto modo di ascoltare la nuova canzone di Ultimo? Di certo se lo avete fatto, avete potuto fare la nostra stessa riflessione. Ultimo non ha bisogno di rilasciare interviste per spiegare quello che è successo a Sanremo, prima durante ma soprattutto dopo. Il testo di Fateme Cantà, la sua nuova canzone, è la parafrasi perfetta di tutto quello che è successo. Una formula al contrario: generalmente una canzone viene spiegata, come succede con una poesia, con una parafrasi, in questo caso invece è il brano di Ultimo a spiegarci il perchè dei suoi atteggiamenti. Chi conosceva il cantante e cantautore, ancora prima di leggere questo brano aveva compreso il perchè di certi atteggiamenti, giustificabili o meno. Ma con questo testo, che ha una potenza nei contenuti non indifferente, si capisce chi è Ultimo, da che parte sta Ultimo.

Sceglierà di limare quegli spigoli che lo caratterizzano? Se lo facesse sarebbe uno tra i tanti. Lui vuole restare Ultimo, Ultimo tra gli ultimi, come ha sempre detto. Quello che si gode un successo che pensa di non  meritare, che lo accetta perchè sa che così le sue canzoni potranno arrivare a tutti ma che allo stesso tempo lo respinge. E respingendolo prova a condividerlo con le persone che a lui più stanno a cuore.

IL TESTO DI FATEME CANTA’ LA DICHIARAZIONE D’AMORE DI ULTIMO PER LA MUSICA 

Fateme cantà Che non c’ho voglia de sta con sta gente Che me parla Ma non dice niente, eh Fateme cantà Che me ne sento anche un po’ innervosito Da sta gente che me chiede na foto Io vorrei parlaje de loro, oh oh oh Fateme cantà Sto a impazzì appresso a troppe esigenze C’ho bisogno all’appello De dì che so assente

La prima strofa è il riassunto perfetto di quello che è successo intorno a lui. Ultimo sa che quel palco può dargli molto ma sa anche che toglie tanto a uno come lui, uno che di gente che gli parla attorno solo per farlo, non ne vuole sapere. Lui che a Sanremo deve tanto ma che prima ancora deve tutto alla sua musica, la sola cosa che conta.

E, e fateme cantà Pe l’amici che ho lasciato ar parcheggio Io che quasi me ce sento in colpa De ave’ avuto sto sporco successo Che amico sul palco e t’ammazza nel resto, oh oh

Quelle ombre che Ultimo si porta sempre dietro non possono finire in uno sgabuzzino per uno come lui che non riesce a godersi a pieno il successo. Lui che prima di tutto mette quelle note, quella musica su un pianoforte e che non capisce di avere qualcosa di speciale che lo porta a essere un “privilegiato”. E vorrebbe che si parlasse solo di questo, di quello che canta, della sua musica. Il resto dovrebbe essere solo noia, perchè quel resto lo porta solo a sentire la nostalgia di quegli amici che ha lasciato al parchetto, che tirano ancora un calcio al pallone mentre lui sceglie che abito indossare per la serata del Festival, mentre lui parte per un viaggio, mentre lui aspetta di salire sul palco di un concerto.

Fateme cantà Nun so bono a inventamme i discorsi Sbaglio i modi I toni, anche i tempi Parlo piano manco me sentiresti, eh Fateme cantà Che a ste cene co questi in cravatta Parlo a gesti, nun so la loro lingua, eh

Viene quasi da chiedersi se questo brano Ultimo lo abbia scritto prima o dopo il Festival. Considerando le tempistiche, la sensazione è che questo brano sia stato scritto prima. E questa strofa della canzone, riassume tutto quello che è successo nel post Sanremo. Perchè Ultimo lo ha detto a chiare lettere: NO IPOCRISIA. Dice quello che molti altri pensano e non dicono e ammette anche di sbagliare i modi, i toni e i tempi. Ma è questo che rende un artista diverso dagli altri. Non è maleducazione, è carisma, è verità. In un mondo sempre più vacuo dopo si fa la gara per chi sfoggia di più, ci perdiamo per strada pezzi importanti, ci perdiamo per strada quello che succede davvero a pochi passi da noi. Troppo attirati dallo schermo di un cellulare, poco attirati dalla realtà.

Eh, fateme cantà Per quel tizio che non c’ha più er nome Sta per strada, elemosina un core Pe’ quel padre che se strigne l’occhi Davanti a suo figlio pe’ proteggeje i sogni, oh Fateme cantà Pe’ sti gatti che aspettano svegli Un motore pe’ starsene caldi Pe’ i ricordi che me spezzano er sonno E a letto me fanno girà come un matto Un matto, un matto

Non ci resta che farlo cantare, non ci resta che seguire quella voce magica che ci riporta alla vita reale. I sogni, le favole, la magia ma poi c’è il risveglio dal quale non possiamo scappare. Qualcuno lo avrebbe detto in melodia, con “Vivo per lei”, Ultimo lo dice in dialetto romano, quello che lo ha accompagnato da piccolo, quello che lo accompagna oggi mentre prende una buca per strada, mentre vede quotidianamente tutto il marcio che c’è nel posto in cui vive. Mentre forse pensa insieme agli altri di scappare da un posto che non potrà dare mai nulla e non potrà cambiare. Ma in fondo cantare per restare, scrivere per sognare, vivere per cantare.

Il nuovo disco di Ultimo, Colpa delle favole, uscirà il 5 aprile 2019.



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