Attualità Italiana

Baby squillo, gli sfruttatori non si vergognano

Il tribunale del riesame si oppone alla scarcerazione degli sfruttatori delle baby squillo romane, perché sono senza vergogna


Nuovi scenari emergono dal caso baby squillo, scoppiato qualche tempo fa nella Roma bene. E a quanto pare gli sfruttatori delle minorenni non si vergognano. Oltre a vendere il loro corpo, visto come merce sulla quale guadagnare denaro, veniva venduta loro anche della cocaina, senza alcuno scrupolo o vergogna per quanto stava accadendo. Queste le ultime notizie sull’inchiesta che ha portato a sei arresti.

Il tribunale del Riesame ha analizzato ciò che accadeva a Roma nell’ambito del caso baby squillo, negando dunque la scarcerazione dello sfruttatore e pusher delle ragazzine Mirko Ieni ma anche di Marco Galluzzo, che dava cocaina in cambio di prestazioni sessuali alle baby squillo. E’ stata infatti dichiarata la gravità dei fatti accaduti, commessi ai danni di minori e senza la minima preoccupazione per la loro salute. Ad essere sotto accusa è anche l’atteggiamento adottato da Ieni a seguito dell’arresto. A quanto pare lo sfruttatore non avrebbe mai mostrato vergogna o pentimento per quanto fatto, senza rendersi conto della gravità del suo comportamento ai danni delle baby squillo. Dunque la conferma degli arresti si rivela necessaria anche al fine di salvaguardare le ragazzine. Per quel che concerne Galluzzo, il pericolo di recidiva è ancora maggiore, per la sua “condotta realizzata in modo sistematico e continuativo”.

Al momento la difesa dei due non regge di fronte al tribunale del riesame, che valuta la loro condotta pericolosa, non solo ai danni delle minorenni, accompagnata da un atteggiamento privo di vergogna.

Queste le ultime notizie sul caso baby squillo, che colpisce il quartiere Parioli di Roma. La notizia aveva lasciato tutti a bocca aperta, fino ad arrivare a scoprire un giro di prostituzione ben ramificato con il conseguente sfruttamento delle minori in questione. Ora le indagini andranno avanti, e si attendono ulteriori dettagli sulla vicenda. Cosa ne pensate?



Seguici

Seguici su

Google News Logo


Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.