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Elena, bimba dimenticata in auto: il responso dell’autopsia

Da quanto si evince dal risultato dell’autopsia effettuata sul corpo della piccola Elena – la bambina di 22 mesi dimenticata per cinque ore in macchina dal padre – non vi era alcuna possibilità di salvare la piccola. A renderlo noto è stato l’anatomopatologo Giuseppe Sciarra, dopo l’esame sul cadavere della bambina, avvenuto nell’ospedale di Torrette […]


Da quanto si evince dal risultato dell’autopsia effettuata sul corpo della piccola Elena – la bambina di 22 mesi dimenticata per cinque ore in macchina dal padre – non vi era alcuna possibilità di salvare la piccola. A renderlo noto è stato l’anatomopatologo Giuseppe Sciarra, dopo l’esame sul cadavere della bambina, avvenuto nell’ospedale di Torrette ad Ancora su disposizione del pm di Teramo Bruno Auriemma. La morte della piccola Elena, lasciata per cinque ore in macchina a Teramo dal padre, che era convinto di averla già lasciata all’asilo, è avvenuta per un edema cerebrale massivo acuto, conseguente alla disidratazione da colpo di calore, dovuta alla permanenza della piccola per varie ore nell’automobile.

Adesso la famiglia ha ricevuto il nulla osta per i funerali della piccola, che, stando alle prime indiscrezioni, non verrà sepolta, bensì cremata. I suoi organi, sono stati donati ad altri bambini bisognosi, che grazie al suo gesto d’amore hanno ricevuto una speranza di vita. Di Elena sono stati donati cuore, fegato e reni. Gli interventi di trapianto sono stati tutti molto delicati, ma le condizione dei bambini che hanno ricevuto gli organi sono buone.Domani, dunque, potrebbe essere il giorno dei funerali della piccola Elena, morta dopo tre giorni di coma in terapia intensiva. Riguardo alla colpevolezza del padre, il sostituto procuratore Auriemma ha parlato di “assoluta mancanza di dolo” e di “una serie di coincidenze sfortunatissime”, confidando di essersi commosso alla vicenda della piccola Elena e di aver sperato che uscisse al più presto dalla situazione di rischio di non farcela.

Il padre, Lucio Petrizzi, docente universitario, è ancora sotto shock, provato dal dolore e dal rimorso. Vorrebbe fermare il tempo e tornare indietro, a quel mercoledì mattina, per ricordarsi della piccola sul sedile posteriore dell’autovettura.

Lucio si sente in colpa, per una serie di coincidenze: alle ore 11 era tornato in auto, ha aperto soltanto la portiera di guida per poggiare un documento e per via dei vetri oscurati dall’esterno non ha visto Elena. Inoltre, convinto che la sua piccola fosse all’asilo, aveva chiamato al telefono la moglie per prendere accordi su chi avrebbe ripreso Elena. Ma quando Lucio se n’è accorto, intorno alle 13, era troppo tardi: ha sentito un rantolo provenire dalla parte posteriore dell’abitacolo. Elena era già senza conoscenza, la permanenza sotto al sole dentro l’auto aveva compromesso il metabolismo della piccola.

Sm



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